Ph. © Marcello Mariana
04/07/2019 - Mezza costa, esposizione a sud, digradante da nord, contornato dalla vegetazione e con una spettacolare vista sulle Alpi Orobie e il fondovalle. Questo il contesto di partenza in cui si sarebbe dovuta collocata Casa G, lo stesso che l'architetto Alfredo Vanotti ha sentito "il dovere” di esaltare come primo approccio al progetto.
“Dopo un’attenta analisi delle condizioni al contorno ho pensato che la soluzione migliore sarebbe stata quella di cercare di “nascondere” il più possibile la nuova fabbrica e soprattutto integrarla nel paesaggio minimizzandone l’impatto e sfruttando al massimo le risorse. La soluzione è stata quella di lavorare con i terrazzamenti di cui la Valtellina è ricca e l’abitazione doveva anch’essa essere un terrazzamento” - afferma Alfredo Vanotti descrivendo il progetto - "Dato che il terreno presentava una forte pendenza verso il fondovalle questa soluzione mi ha anche permesso di rendere i giardini fruibili”.
Il progetto si compone quindi di tre terrazzamenti, due realizzati in pietra locale come da tradizione mentre il terzo, costituito dall’abitazione, in calcestruzzo e vetro che va a creare una linea netta orizzontale nel territorio con uno sviluppo di 35 metri e una profondità di 6 metri.
La superficie vetrata, rivolta a sud, occupa l’intero fabbricato in modo che tutti gli spazi abitati possano godere di luce diretta: metà zona giorno e metà zona notte.
Antistante l’abitazione è stata realizzata una piscina a sfioro in calcestruzzo a vista sia internamente che all’esterno pari a 35 metri per 3 metri che dal punto di vista compositivo rappresenta il ribaltamento a terra della vetrata dell’abitazione. Questo specchio d’acqua riflette le montagne e il paesaggio antistante creando un effetto scenografico sorprendente, tanto da amplificare il rapporto tra interno ed esterno.
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