14/11/2019 - Oltre 700 metri quadrati di superficie, una imponente “libreria” dei liquori ad accogliere i visitatori, un “locale nel locale” racchiuso in una sorta di 'acquario' sospeso a quattro metri da terra: nel contesto post industriale di un ex magazzino di tessuti, a pochi passi dalla stazione centrale di Milano, nasce oggi Moebius, camaleontico concept restaurant in grado di cambiare pelle a seconda dell’orario della giornata e della prospettiva.
Progettato dallo Studio Q-bic, diretto dai fratelli Luca e Marco Baldini, Moebius è al tempo stesso Osteria Gastronomica, Tapa Bistrot, cocktail bar, negozio di vinili e spazio per la musica dal vivo, ma anche luogo dove sostare per leggere, studiare, ascoltare musica.
Moebius si ispira al nome d’arte del fumettista francese Jean Giraud, capace di ridisegnare il mondo con la propria matita. Un’inclinazione che si ritrova nella cucina del giovane chef stellato Enrico Croatti. Dal suo incontro con i proprietari dei locali, nasce l’idea di uno spazio poliedrico in cui le esperienze maturate dallo chef in Italia e all’estero potessero esprimersi dando origine ad atmosfere diverse.
Al piano terra Tapa Bistrot e Cocktail bar dove i drink incrociano un’offerta culinaria che richiama suggestioni spagnole, francesi e a stelle e strisce. Nella piattaforma sospesa l’Osteria Gastronomica, dove sperimentare una cucina d’avanguardia. A collegare le due anime del locale, in un costante dialogo tra antico e moderno, un ulivo andaluso di 700 anni, inserito in una spettacolare teca di vetro. Il palco per i concerti, invece, è ospitato da un’avveniristica galleria di metallo, che si apre da un lato sulla sala e dall’altro sulla serra-veranda esterna, in una atmosfera più intima.
Materiali industriali come il ferro e il cemento, oggetti vintage accostati a elementi architettonici contemporanei: questa la formula adottata dallo Studio Q-bic di Firenze, per dare una nuova identità a una ampia scatola vuota, fatta di pareti in mattoni e un soffitto alto fino a 12 metri.
“Abbiamo cercato di conservare il fascino industriale del posto, la sfida principale – dichiarano Luca e Marco Baldini - stava nel riempire in modo equilibrato uno spazio così grande e vuoto, creando spazi intimi e riservati. L’elemento più importante e impegnativo è senza dubbio la piattaforma sospesa al centro della sala, avvolta da pareti in vetro appare come un acquario di 60 metri quadrati sospeso nel vuoto. Inoltre abbiamo cercato di creare un ambiente contemporaneo, architettonicamente pulito e rigoroso che dialogasse con un arredamento più caldo e romantico, un’atmosfera che facesse sentire il cliente a proprio agio, invitandolo a restare in qualsiasi momento del giorno”.
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