29/11/2019 - Michele De Lucchi è il protagonista del settimo appuntamento con il ciclo Il Tavolo dell’Architetto, curato da Laura Andreini, che vede di volta in volta coinvolti celebri architetti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo.
De Lucchi. Earth Stations (al Museo Novecento di Firenze fino al 30 aprile 2020) è un progetto di ricerca, nato nel 2018, concentrato sull’evoluzione del concetto di funzione nell’architettura e sul bisogno di edifici simbolici rappresentativi.
Una ricerca anticipata dai Templi per la Natura che avevano lo scopo di celebrare attraverso luoghi iconici la natura nelle sue manifestazioni più straordinarie.
Ripensare al senso sociale dell’edificio è un pensiero che per De Lucchi viene da lontano. Già nel libro “12 racconti con casette” De Lucchi si immagina un’architettura inserita in una serie di paesaggi con l’intento di comunicare speranza e ottimismo. Come lui stesso dice: “una delle domande che mi pongo frequentemente è cosa vogliono veramente gli uomini? Cosa diamo all’uomo?”.
Ecco che dalla esperienza delle casette intagliate con la motosega, simbolo di una ricerca sul tema dell’abitare, si arriva con le Earth Stations ad una evoluzione più ampia legata sempre al tema dell’abitare e alla qualità della condizione di vita dell’uomo sulla Terra, ma questa volta ampliata di scala e legata al rapporto Uomo-Natura-Tecnologia.
Le prime Earth Stations, chiamate Originals, si riferiscono a nuovi luoghi di lavoro ed edifici per servizi pubblici. Nella versione Many Hands si immaginano cinque tipologie di Stazioni, una per ogni condizione climatica – desertica, temperata, continentale, polare, tropicale – che hanno come scopo quello di amplificare il significato del rapporto dell’uomo con la Terra. Nuove visioni architettoniche non più distanti dalla loro funzione ma che aiuteranno l’uomo a sviluppare sempre di più la sua attitudine allo scambio reciproco e a ogni forma di creatività e artigianalità.
Il sistema delle Earth Stations nasce dall’analisi di progetti di edifici che mescolano funzionalità distinte, che già esistono e che chiamiamo Here and Now, il “Qui ed Ora”. I Temples for Nature (2017) anticipano ed esprimono lo spirito del progetto Earth Stations, sono hotel pensati per luoghi straordinari dove ammirare e celebrare la natura nelle sue forme più estreme. Le Originals (2018) definiscono e portano avanti i principi della filosofia Earth Stations immaginando nuovi spazi di lavoro e d’intrattenimento.Le Many Hands (2019) riscoprono ed esaltano l’abilità umana di costruire edifici monumentali con le sole mani di molti uomini. Le Education Stations (in corso) sono spazi di apprendimento innovativo, dove lo scambio di nozioni tra insegnanti e alunni è circolare.
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