Chiara Andreatti, Andrea Mancuso - Analogia Project, David Lopez Quincoces e Ferruccio Laviani sono i designer che hanno animato con i loro visual dall’impronta quasi teatrale le vetrine del flagshipstore Lema di Londra, inaugurato nel 2015 al 183 di King’s Road nel cuore di Chelsea, il primo gestito direttamente dall’Azienda: 400 mq. su due piani progettati da Piero Lissoni, pensati come palcoscenico delle due anime di Lema, Casa e Contract.
Quattro storie uniche, diverse tra loro per carattere, espressione delle peculiarità dei loro autori, tutti progettisti legati al mondo di Lema, vere e proprie installazioni che hanno animato lungo tutto il corso dell’anno le vetrine affacciate su Kings’ Road, una delle strade principali di Londra che attraversa il quartiere di Chelsea sino a Sloane Square.
Prima vetrina è stata Plis électriques, il delicato visual primaverile di Chiara Andreatti che per Lema ha firmato tra il 2018 e il 2019 il tavolo Bulè e il divano e poltrona Taiki. Espressione di una visione progettuale istintiva e femminile, dalla calibrata eleganza, Plis électriques proponeva ventagli fuori scala in carta effetto plissè, leggeri e scultorei allo stesso tempo per una suggestiva installazione che catturava lo sguardo grazie al gioco di trasparenze rese intense e contemporanee dai toni graffianti dei neon fluorescenti nascosti dietro i ventagli che ne lasciavano a vista la struttura e i fili elettrici. Quinte sofisticate per la cabina armadio su misura Hangar di Piero Lissoni, protagonista della vetrina.
A maggio, un cambio di scena vedeva ancora protagonista la cabina armadio Hangar in occasione di Chelsea in Bloom, il noto festival floreale che ogni anno trasforma le vetrine di Chelsea. Andrea Mancuso di Analogia Project, tra le nuove collaborazioni di Lema con lo specchio Oculus del 2019, presentava Living Atlantis, intrigante concept dallo scenografico effetto acquario. Un fondale blu come l’oceano dove la cabina armadio Hangar sembrava fluttuare nell’acqua insieme ad un gioco di tessuti e drappi.
Dopo l’estate, Lema ha presentato una vetrina inedita in occasione del London Design Festival 2019 dedicata al nuovo sistema modulare LT40, grande novità 2019 a firma di David Lopez Quincoces, raffinato designer che per Lema ha firmato negli anni numerosi pezzi, dagli armadi Warm e Seryasse ai tavoli Alamo e Filo; ancora le poltrone Alton e la cassettiera a isola Areia.
Suo anche il progetto Inside the Box, set up scenografico che ha saputo trasformare le vetrine in un caleidoscopio da cui emergeva la versatilità estetica e funzionale di LT40.
La vetrina di sinistra, concepita come un caleidoscopio, dal forte impatto grafico e cromatico, aveva come focus i contenitori LT_FRAME proposti nella versione con fondo carbone, cornice laccato opaco Salvia e contenitori con ante laccate lucide nei colori Bianco e Impero. La seconda vetrina, sempre dedicata a LT40, era caratterizzata dalla boiserie W_Line in legno, con grafica millerighe tridimensionale ricavata da una complessa lavorazione artigianale. Arricchivano la boiserie tre box contenitori in vetro e laccato opaco Vinaccia e un secondo contenitore LT_FRAME nelle stesse finiture della prima vetrina. Al centro due poltrone ALTON, altro raffinato progetto di David Lopez Quincoces con struttura in metallo verniciato antracite e schienale caratterizzato dalla particolare lavorazione sartoriale in corda di cuoio naturale invecchiato riavvolta a mano.
A firmare l’ultima vetrina, quella attuale che resterà fino ad inizio 2020, è Ferruccio Laviani che per Lema ha disegnato la lounge chair Popsi e i pouf Tod. Un progetto grafico dal forte carattere nel suo twist pop, reinterpretazione dell’iconografia tradizionale delle festività attraverso i codici stilistici peculiari di Laviani, fusione di tradizione e contemporaneità con un pizzico di ironia. Attraverso grafiche dall’effetto tartan e riproduzione di paesaggi montani che fanno da sfondo all’esclusiva versione delle sue lounge chair Popsi con rivestimento in tessuto tartan, Laviani rende l’emozione e il calore delle feste, evitando di utilizzare stereotipi comuni quali alberi di Natale, Santa Claus e palline di vetro.
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