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Tomás Saraceno, Se 60 Flying Garden, 2006, 60 palloncini in pvc, elastici, pianta di tillandsia, elio, dimensioni variabili, Collezione Agiverona
25/02/2020 - In ottemperanza a quanto disposto dalla pubblica autorità sull'emergenza Coronavirus la mostra rimarrà chiusa fino al 1° marzo 2020
19/02/2020 - Piacenza si arricchisce di un nuovo spazio espositivo. Nell’edificio Ex-Enel della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nasce XNL Piacenza Contemporanea, un centro culturale interamente dedicato all’arte contemporanea. XNL è il risultato della ristrutturazione di un edificio industriale - la ex sede dell’Enel - dei primi decenni del Novecento, di particolare pregio architettonico, restituito alla città come luogo per raccontare il tempo presente.
XNL Piacenza Contemporanea s’inaugura con la mostra La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo, in programma fino al 24 maggio 2020.
La Rivoluzione siamo noi, curata da Alberto Fiz, organizzata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, col patrocinio del MiBACT - Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, della Regione Emilia-Romagna, con un progetto di allestimento di Michele De Lucchi e AMDL CIRCLE e la consulenza scientifica del Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, presenta oltre 150 opere, tra dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni di autori quali Piero Manzoni, Maurizio Cattelan, Marina Abramovic, Tomás Saraceno, Andy Warhol, Bill Viola, Dan Flavin, provenienti da 18 collezioni d’arte, tra le più importanti in Italia, che indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità.
Il percorso si completa alla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi - i cui locali sono attigui a quelli di XNL - dove una serie di lavori di artisti tra cui Ettore Spalletti, Wolfgang Laib, Fabio Mauri, Gregor Schneider, Pietro Roccasalva, dialoga con i capolavori dell’Ottocento e del Novecento, raccolti dall’imprenditore e collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi che costituisce un fondamentale modello di riferimento.
“La rivoluzione siamo noi – dichiara Alberto Fiz - analizza la figura del collezionista intesa come mecenate del Terzo Millennio. Ma anche come ordinatore del caos e costruttore di una nuova progettualità dove lui stesso diventa responsabile. In tal senso, il collezionista non è un semplice acquirente di opere d'arte ma con le sue scelte assume un ruolo da protagonista nella vita pubblica”.
“Il titolo della mostra – continua Alberto Fiz - prende spunto dall'installazione di Maurizio Cattelan La rivoluzione siamo noi dove l'artista, con compiacimento narcisistico, si autodenigra appendendosi a un gancio con gli abiti di feltro di Joseph Beuys che nel 1972 realizzò un'opera dallo stesso titolo di forte impronta politica. L'elemento che accomuna i due lavori è la messa in discussione del fare arte e delle sue convenzioni in base ad un principio che coinvolge anche il collezionista e le sue scelte”.
La rassegna non ha lo scopo di stilare classifiche ma, semmai, di proporre, nel suo complesso, l’esperienza del collezionismo privato in base a una ricerca che coinvolge protagonisti ormai classici come Giorgio Morandi, Alberto Burri, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Robert Morris, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Mario Merz, Keith Haring, Gerhard Richter, Daniel Buren, William Kentridge, Michelangelo Pistoletto (di lui gli Uffizi di Firenze hanno eccezionalmente prestato Autoritratto con collezionista proveniente dalla collezione Gori), per giungere alle realtà contemporanee di maggior interesse con artisti quali Ghada Amer, Sislej Xhafa, Roberto Cuoghi, Urs Fischer, Zang Huan, Tobias Rehberger, Thomas Hirschhorn, Teresa Margolles, Zanele Muholi, in base ad un progetto che è stato realizzato in sinergia con i collezionisti.
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Scheda evento: |
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Alessandro Mendini, Senza titolo (poltrona-ritratto di Giuliano Gori dalla serie Proust), 2012, poltrona di legno dipinto con imbottitura serigrafata, Maurizio Cattelan, La rivoluzione siamo noi, 2000, acciaio, cera e legno, 190x47x52 cm, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Andy Warhol Vesuvio, 1984, acrilico su tela, 80x100 cm, Collezione Consolandi (Milano)
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