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21/04/2020 - Lo scorso 9 marzo, il Presidente del Consiglio ha annunciato il decreto #iorestoacasa in risposta alla dilagante diffusione della pandemia di Coronavirus, con la conseguente chiusura, di lì a pochi giorni, di tutte le attività commerciali non di prima necessità. Lavorare da casa è divenuta quindi la nuova normalità. In questo periodo di lockdown Gabriele Salvatori, CEO di Salvatori, racconta come sta affrontando questo momento storico dal punto di vista professionale.
'Dieci anni fa, quando sognavo che Salvatori potesse crescere a livello internazionale aprendo filiali in Asia e nel Nord America, ho “scommesso” su un gestionale aziendale interamente basato su Cloud. All’epoca, le possibilità di scelta in questo campo si contavano sulle dita di una mano, alla fine abbiamo deciso di utilizzare un software sviluppato da Oracle: eravamo i loro primi clienti in Italia. Ciò ha portato a un grande cambiamento nella nostra mentalità perché l’ERP contiene tutti i dati della nostra azienda, tutte le informazioni finanziarie e il materiale riservato, inoltre è servito diverso tempo per convincere le persone che il passaggio al Cloud ci avrebbe portato vantaggi in futuro.
Ripensandoci adesso è stata una delle migliori decisioni che io abbia mai preso. Tutto, dagli ordini alle consegne, ai documenti di marketing, ai file di produzione, alla ricerca e sviluppo, è accessibile da qualsiasi parte del mondo ci si trovi. E così, quando più di un mese fa è stato annunciato il blocco, è stato tutto sommato semplice e rapido passare ad una modalità di gestione del lavoro da casa con impatti limitati sulla produttività dei collaboratori negli uffici.
Prima della crisi la dirigenza si riuniva una volta alla settimana, ora ci incontriamo ogni sera. Dato che non ci vediamo di persona, è importante mantenere contatti regolari e nonostante la nostra modalità di incontro sia la videoconferenza, è cambiato il modo in cui la usiamo. Di solito la videoconferenza riesce a essere piuttosto noiosa, senza il contatto visivo o fisico non è particolarmente coinvolgente e manca l’energia che si crea in una riunione vis-à-vis, ma ora tutti noi ci impegniamo a essere concentrati e presenti perché è rimasto l’unico modo per comunicare. Abbiamo persino introdotto un nuovo codice di condotta sulla partecipazione a queste riunioni fornendo, ad esempio, consigli su come illuminare il viso o su come posizionare la webcam.
La crisi ha colpito alcuni reparti più di altri. Il marketing sui progetti e sui prodotti sui quali lavoravamo prima della chiusura prosegue, mentre i team di vendita e di produzione non hanno molto da fare con lo stabilimento chiuso. Stiamo valutando la possibilità di sfruttare diversamente le nostre competenze collaborando con istituzioni e università allo sviluppo di attrezzature che aiutino nella lotta contro il virus, come ad esempio una maschera realizzabile con parti stampate in 3D e prodotti che si possono ritirare al supermercato.
Arriverà il tempo dei bilanci, nel quale saremo portati a riconsiderare il nostro modus operandi, rivalutare il nostro modo di portare avanti le attività e ripensare a come i nostri valori saranno suscettibili di trasformazioni per riflettere la realtà dopo il Coronavirus, ma per ora la cosa più importante è proteggere i nostri lavoratori e le loro famiglie. Sono rimasto stupito da come tutti siano intervenuti per fare la loro parte. Ho sempre saputo che Salvatori poteva contare su una squadra straordinaria e nella situazione attuale questo mio pensiero è stato ampiamente dimostrato'.
A proposito della Milano Design Week prima posticipata a giugno e poi definitivamente annullata, Gabriele Salvatori racconta: 'quando è successo tutto questo eravamo in piena fase di preparazione per il Salone del Mobile; in realtà oggi mi chiedo se abbia ancora valore investire per presentare il nostro lavoro all’interno di una manifestazione oppure sia più giusto mettere tutti noi stessi in quello che conta davvero, che alla fine, è la creazione di prodotti belli e ricchi di significato.
Magari potremmo partecipare al Salone virtualmente. Tutti all’interno dell’azienda hanno lavorato sodo per prepararlo, dagli operai della produzione, ai team negli uffici, fino ai designer con i quali abbiamo sviluppato le nuove collezioni. La condivisione virtuale sarebbe un modo per esprimere il nostro apprezzamento per ciò che hanno fatto e per dimostrare che non ci fermiamo'.
SALVATORI su ARCHIPRODUCTS
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