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Da 'Officine Grandi Riparazioni' a 'Officine della Salute'
Parte delle OGR di Torino diventano ospedale temporaneo che ospita il primo modulo CURA
Autore: cecilia di marzo
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©credits Max Tomasinelli ©credits Max Tomasinelli

24/04/2020 - 12 giorni di lavoro 24 ore su 24 con una squadra di oltre 100 persone, guidate dal Genio Infrastrutture dell’Aeronautica militare con l’Unità di crisi e la Protezione civile della Regione Piemonte, per trasformare una parte delle storiche OGR Officine Grandi Riparazioni di Torino in un ospedale temporaneo dedicato ai pazienti Covid.
Dal 19 aprile sono completamente operativi gli 8.900 mq messi a disposizione a canone zero dalla Fondazione CRT, proprietaria della struttura, nell’ambito dell’intesa tra Regione, Prefettura, Comune di Torino e Società consortile per azioni OGR – CRT.



Circa 3 milioni di euro il valore dell’intervento, interamente sostenuto da Compagnia di San Paolo. 12 stanze per un totale di 90 posti dedicati ai pazienti in via di guarigione: 56 posti letto di degenza, 30 di terapia subintensiva e 4 di terapia intensiva potenziabili fino a 12 in caso di necessità.

In particolare, 2 dei posti di terapia intensiva si trovano nel primo prototipo del modulo CURA (acronimo per “Connected Units for Respiratory Aliments” ovvero “Unità connesse per le malattie respiratorie”): il container/unità di terapia intensiva mobile realizzato in 4 settimane da una task force internazionale che include, tra gli altri, i designer di Carlo Ratti Associati con Italo Rota e gli ingegneri di Jacobs, con le tecnologie medicali Philips. Il tutto è monitorato da una sala di controllo sopraelevata, che si affaccia sull’intera area sanitaria. La gestione è affidata ad ASL Città di Torino.



Saranno circa 100 gli operatori sanitari in forze alle OGR, di cui circa 40 medici e 60 infermieri e personale sanitario. Tra loro anche i 38 medici e infermieri della Brigada cubana Henry Reeve specializzata in emergenze (dall’uragano Katrina al terremoto di Haiti, alle strutture sanitarie per l’Ebola in Africa).

Progettato per essere completamente riutilizzato una volta finita l’emergenza, l’ospedale è stato costruito grazie al supporto, in particolare, di un team di 16 specialisti del settore impiantistico dell’Aeronautica militare provenienti dalle unità operative (8°, 16° e 27° Gruppo Genio Campale) dei tre Reparti Genio, esperti nella progettazione e realizzazione di opere in condizioni di criticità. Tra gli interventi realizzati in pochissimi giorni tutti gli impianti elettrici e idrico-sanitari a servizio dell’intera struttura, pensati e realizzati nel rispetto delle restrittive norme per le strutture ospedaliere di questa tipologia.

«Dopo aver fatto rinascere le OGR due anni e mezzo fa – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –, abbiamo scelto di metterle nuovamente a disposizione della comunità a canone zero per aiutare chi ha bisogno: questa è la priorità assoluta per noi. Perché, come diceva Italo Calvino, di una città non si gode per le sette o le settantasette meraviglie, ma per la risposta che dà a una domanda».

La prima unità CURA, costruita e installata nell'ospedale temporaneo delle OGR a sole quattro settimane dal lancio, si propone come una soluzione rapida per aumentare la dotazione di servizi di emergenza, così da supportare le strutture sanitarie oggi in prima fila nel trattamento dei pazienti affetti da coronavirus. È veloce da montare come una tenda ospedaliera, ma sicuro come un reparto di isolamento, grazie a un sistema di biocontenimento a pressione negativa.


©credits Max Tomasinelli

Ciascuna unità CURA è alloggiata all’interno di in un container intermodale lungo circa 6 metri ed è dotata di un sistema di biocontenimento (un estrattore crea pressione negativa nella stanza, come da standard per AIIR - Airborne Infection Isolation Rooms). Due vetrate ricavate sui lati opposti del container consentono ai medici di poter monitorare in ogni momento lo stato di tutti pazienti, sia all’interno che all’esterno dell’unità CURA, dando inoltre a chi è in visita la possibilità di restare più vicino alla persona ricoverata in modo sicuro e rispettoso. Ogni unità funziona in modo autonomo e può essere trasportata in modo rapido, adattandosi ai bisogni del luogo di destinazione.


©credits Max Tomasinelli

Il container CURA delle OGR è dotato di tutte le strumentazioni mediche necessarie per accogliere due pazienti affetti da coronavirus, inclusi ventilatori polmonari, supporti per fluidi endovenosi e pompe-siringhe. L’unità è accessibile tramite un corridoio gonfiabile che può servire anche come spogliatoio. In altri contesti, il corridoio gonfiabile potrebbe essere usato per collegare più container CURA, andando a creare configurazioni modulari, in prossimità di un ospedale o anche come strutture indipendenti.

CURA è stato sviluppato con un approccio open source. Le specifiche tecniche e i disegni e materiali architettonici sono accessibili in modo gratuito in rete alla pagina: https://curapods.org/open-source-files.
In quanto impresa collettiva, il progetto si è rivelato anche come un’opportunità per testare nuovi metodi di progettazione collaborativi. Dal momento del lancio, a fine marzo 2020, più di duemila persone hanno manifestato interesse e contattato il gruppo di lavoro di CURA per partecipare al progetto, riprodurlo o proporre suggerimenti tecnici. Mentre il primo prototipo diventa operativo in Italia, altre unità sono attualmente in fase di realizzazione nel mondo, dagli Emirati Arabi al Canada.



©credits OGR





















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