10/04/2020 - “…Cari amici dell’In/arch, autorità, signore e signori, a distanza di 40 anni dalla fondazione del nostro Istituto, credo di essere in grado di fare una prolusione al congresso… apriamo il congresso in stato di prostrazione della professione e, ancor più, della scuola. La professione si trascina ed è 50 anni indietro rispetto alla cultura avanzata. La scuola è 100 anni indietro. Del resto, lo stato depresso dell’architettura riflette a perfezione il clima depresso della società. È logico che la professione langua e perda terreno”. Con queste parole Bruno Zevi avrebbe dovuto aprire i lavori del Congresso Nazionale Istituto Nazionale di Architettura del 2000 (Roma, 20 e 21 gennaio).
Pochi giorni prima, il 9 gennaio, Bruno Zevi veniva a mancare, lasciando un grandissimo vuoto nell’Istituto Nazionale di Architettura che lui, nel 1959, aveva immaginato, voluto, fondato e poi guidato per 40 anni.
A distanza di poco più di 60 anni e, nonostante il difficile periodo che tutti noi stiamo attraversando a causa dell'emergenza sanitaria mondiale, l'In/Arch, con Ance e in collaborazione con Archilovers, ha lanciato i Premi In/Architettura 2020, continuando così l'azione di promozione dell’architettura e proseguendo, senza interruzioni, l’opera del suo fondatore che ebbe l’intuizione di costituire un luogo di dialogo tra mondo della progettazione, mondo imprenditoriale e mondo della committenza.
I Premi Nazionali In/Arch, la cui prima edizione risale al 1962, hanno rivestito per trent'anni un ruolo di grande importanza nel dibattito architettonico italiano.
Impossibile ricordare tutte le opere premiate. Nei primi anni ’60 i riconoscimenti sono andati ad architetture “che sarebbero poi diventate edifici iconici, veri e propri memi del fare architettura come le Officine Olivetti di Ivrea di Figini e Pollini; a Roma la Rinascente di Franco Albini e Franca Helg o l’edificio Polifunzionale di Via Campania dello Studio Passarelli; il Museo di Castelvecchio a Verona di Carlo Scarpa; la Chiesa dell’Autostrada di Giovanni Michelucci” (scrive Giuseppe Roma, urbanista e fondatore del Rur - Rete urbana delle rappresentanze).
I premi In/Arch si sono susseguiti con cadenza annuale dal 1962 al 1972 per poi riprendere, dopo una pausa di oltre 15 anni, nel 1989 e proseguire sino al 1992.
Dopo una pausa di 13 anni, grazie soprattutto alla collaborazione di Ance, nel 2005 sono stati rilanciati i Premi Nazionali di Architettura In/Arch-Ance che si sono susseguiti per 5 edizioni, fino al 2014.
Tra le opere più importanti premiate negli anni ricordiamo:
- Ferrari Research Center a Maranello di Massimiliano Fuksas
- Prada Shoes Factory – Montegranaro (Ap) dello Studio Canali Guido Canali Mimma Caldarola Architetti
- Ampliamento della biblioteca Pio IX della pontificia università lateranense a Roma di King Roselli Architetti
- Recupero Edificio Ico delle ex Industrie Olivetti ad Ivrea di Dante Benini & Partners G-Studio e Diaspro Srl
- Museo nazionale dell’automobile – Torino di Cino Zucchi Architetti
- Nuovo Teatro dell’Opera a Firenze dello Studio Abdr
- Biblioteca Hertziana di Juan Navarro Baldeweg.
Tanti e prestigiosi i nomi dell'architettura che sono stati insigniti del Premio alla Carriera, tra i quali, nelle ultime edizioni:
- Luigi Caccia Dominioni (edizione 2005-2006)
- Aimaro Isola (edizione 2007-2008)
- Renzo Piano (edizione 2008-2009)
- Lucio Passarelli (edizione 2011-2012)
- Guido Canali (edizione 2013-2014).
“I premi In/Arch-Ance sono, in definitiva, un’utile vetrina del saper fare architettura, esempi di processi virtuosi che interessano le città, incentivano l’investimento in edilizia, valorizzano il Buildmate italiano ovvero l’industria dei materiali e delle componenti, tre fattori che il nostro paese ha assoluto bisogno di sviluppare”.
Sono già più di 200 i progetti candidati alla nuova edizione dei Premi In/Architettura 2020 e che hanno, dunque, accettato di contribuire a "lanciare uno sguardo oltre la crisi". Le candidature, esclusivamente online, sono aperte fino al 18 maggio 2020.
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