Ritratto_©Photo Giovanni Gastel_2014
03/04/2020 - Emergenza Coronavirus. Inizialmente lo si leggeva come un pericolo lontano e si guardava alla Cina come l’unico paese a poter essere colpito. Subito dopo viene, però, coinvolta l’Italia, da subito gravemente...e adesso tutto il mondo è in emergenza.
La Redazione di Archiportale, in questo periodo di lockdown e di lavoro da casa, ha chiesto a Michele De Lucchi come stia affrontando questo momento storico, non solo dal punto di vista professionale.
Architetto De Lucchi, come sta vivendo personalmente il Lockdown?
È sorprendente come in questi giorni di isolamento forzato si combinino sulla mia scrivania tutte le attività che normalmente nella vita corrente compio in momenti diversi. Si è come formato un grande foglio bianco in cui metto insieme tutti i progetti, tutte le idee, tutti i mestieri – di architetto, designer, scultore, disegnatore, pittore. Tutti questi si combinano in un unico quadro che non mi sarei mai aspettato di realizzare.
©photo Max Rommel
Come ha organizzato il suo spazio di lavoro?
Il nostro studio AMDL CIRCLE è in piena operatività, anche se tutto avviene online. Devo dire che in questo nuovo modo di incontrarsi e lavorare come studio non mancano delle belle soddisfazioni.
La distanza regala spazio per la riflessione personale. Nei momenti in cui la distanza non serve, invece, ci si chiede subito: come posso accorciarla?
Tutte le mie lezioni per il mio corso al Politecnico di Milano sono registrate online. Questo momento è un’occasione di lavorare in chiave peripatetica. Lavoro molto passeggiando per il mio giardino girando attorno alla casa.
©Lukas Wassmann/The Total Management
Quale libro sta leggendo?
"Wholeness and the Implicate Order", del fisico teorico David Bohm.
Un libro visionario. David Bohm ipotizza un ordine globale che può convivere con il movimento caotico delle singole particelle quantistiche. Per lui, la matematica probabilistica non è l’unica via per studiare il comportamento dei quantum. La sua teoria giustifica e valorizza la libertà individuale a favore del bene collettivo.
©photo Max Rommel
Come impiega il suo tempo quando non lavora?
Sono tra quelli fortunati che non devono distinguire tra tempo dedicato al lavoro e il tempo dedicato a fare le cose che mi piacciono, perchè quasi sempre combaciano.
Una volta seguite le attività dello studio, passeggio in cerchio, leggo, rifletto e mi dedico a lavori manuali.
La divisione tra le attività ancora più sfumata in questo momento in cui tutti i miei mestieri convivono insieme sulla scrivania e si influenzano gli uni con gli altri.
Quali sono le Sue speranze?
Chiedersi cosa cambierà dopo che l'emergenza si sarà placata è una domanda fondamentale.
Mi piace pensare che questo virus sia una vera spinta di attenzione verso una progettazione che ponga al centro la qualità della vita individuale e collettiva. È proprio giunto il momento di imparare nuovi comportamenti e disimparare quelli sbagliati che ci hanno portato alla situazione in cui stiamo vivendo.
Ha dei suggerimenti da dare a colleghi e non?
Lasciare libera l’immaginazione a casa. L’immaginazione non è una fuga dalla realtà, ma uno strumento per comprendere la realtà, per distinguere la verità vera da quelle fuorvianti, e per progettare una realtà migliore.
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