Ph. © Filippo Poli
03/06/2020 - Il colorato complesso di social houseg Cité Frugès, completato nel 1924 rientra oggi tra i 17 progetti di Le Corbusier nella lista dell'UNESCO. Al momento della costruzione però, il primo piano residenziale su larga scala dell'architetto franco svizzero, non ebbe molto successo tanto che molte residenze rimasero inabitate.
All'inizio degli anni 20 l'industriale francese Henry Frugès, incantato dai principi del giovane Le Corbusier, all'epoca architetto in erba, gli commissionò la progettazione di 135 unità abitative per i dipendenti della sua fabbrica di zucchero poco fuori Bordeaux.
Frugès chiese espressamente a Le Corbusier e di applicare i suoi principi di architettura al design, "per quanto estreme potessero essere le conseguenze".
Molti aspetti di Cité Frugès si rivelarono tipici del lavoro successivo dell'architetto. Tramite l'accostamento dei soli sette moduli progettati dall'architetto furono realizzate 50 unità. Ciò permise ai costruttori di riutilizzare la stessa cassaforma per il getto di calcestruzzo, riducendo notevolmente i costi.
Oltre ad anticipare i cinque punti architettonici su cui Le Corbusier negli anni ha fondato tutto il suo 'fare architettura', tra cui pilotis e finestre a nastro, tutte le case dispongono di terrazze sul tetto, molte delle quali sono accessibili da scale esterne.
Nonostante le ambizioni di Frugès e Le Corbusier, il progetto non ebbe successo. L'audace architettura modernista era troppo all'avanguardia per l'epoca tanto che molti operai si rifiutarono di abitare negli appartamenti, così la maggior parte delle strutture cadde in rovina e furono abbandonate. Mentre alcuni proprietari di case hanno mantenuto e tramandato le loro proprietà, in un primo momento il valore architettonico del complesso non venne riconosciuto.
Negli anni '80, la città di Pessac acquistò una delle unità e la convertì in un museo e centro visitatori dedicato a Le Corbusier. Ciò suscitò l'interesse per gli alloggi abbandonati e le unità furono sempre più riabilitate e preservate.
Oggi, la geometria semplice e i colori pastello delle case sono tornati in auge e le proprietà sono tornete sul mercato immobiliare. Oltre ad essere sempre più popolare tra i residenti, la Cité Frugès richiama ora anche molti visitatori attratti dal suo valore architettonico.
Putroppo la policromia originale, le sperimentazioni di Le Corbusier con i verd, rossI e azzurri sulle pareti si sono raramente conservati, molte unità che hanno perso completamente i loro colori in facciata, appaiono completamente irriconoscibili, trasformati o abbandonati.
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