06/07/2020 - La Maison des Avocats, progettata dallo studio Renzo Piano Building Workshop, è situata nella nuova Città Giudiziaria di Parigi, un complesso di edifici interamente dedicati alla professione legale, attualmente in costruzione nel 17° arrondissement della capitale, nella zona di Clichy Batignolles. Il progetto comprende anche il nuovo Palazzo di Giustizia, sempre a firma di Renzo Piano, la Direzione Regionale della Polizia Giudiziaria e il parco Martin Luther King, che ha risposto all’esigenza di creare un nuovo polmone verde che funzionasse anche come centro unificante del grande sviluppo residenziale parigino. I suoi 10 ettari sono stati pensati come parte di un’infrastruttura naturale, una rete a sostegno della biodiversità e della resilienza della città.
La progettazione della Maison des Avocats è stata guidata da tre criteri ben precisi: la trasparenza, l’attenzione al contesto e la funzionalità.
Il primo, nonché il più importante, è un valore fortemente simbolico per le istituzioni deputate all’amministrazione della giustizia ed è trasmesso dalla grande facciata a vetri e gli interni a vista: le scale, la biblioteca, la salle des marchés (che ospita le attività economico-finanziarie) e la sala riunioni sono tutte perfettamente visibili dall'esterno.
Il secondo è appunto il rapporto con il contesto: la facciata principale è infatti orientata verso l'atrio che si trova di fronte ai tribunali e che crea una sorta di piazza, a diretto completamento del parco Martin Luther King, dove le superfici del costruito si uniscono ad alberi di nuova piantumazione, ma anche ad alberi ormai adulti.
Infine, la terza chiave di progettazione, strettamente legata alle prime due, è la funzionalità. La Maison des Avocats diventerà il principale polo parigino per i professionisti del settore legale. La struttura ospita un auditorium da 170 posti, una biblioteca, gli organi amministrativi e gli uffici dell'Ordine degli avvocati, gli uffici del CARPA (la cassa di previdenza forense), la sala del consiglio e l'ufficio del Presidente dell’Ordine. Al suo interno, le varie funzioni sono state organizzate in modo da renderle facilmente accessibili. I materiali utilizzati, acciaio e cemento armato grezzo, sono ben visibili in ogni ambiente dell’edificio, in alcuni casi scaldati dall’uso del legno o ravvivati da tocchi di colore, come il rosso, il giallo e l’azzurro polvere degli arredi.
Il progetto illuminotecnico, curato dallo “scultore dell’ambiente notturno” Franck Franjou e finalizzato a “rivelare le qualità del progetto architettonico”, ha dovuto tenere conto in prima istanza del rapporto con la luce naturale e con l’ambiente esterno. La sfida principale è stata quella di ottenere un'illuminazione essenzialmente indiretta, evidenziando la particolarità dei soffitti in calcestruzzo e utilizzando sistemi di illuminazione minimalisti che quasi scompaiono alla vista. Solo le aree di passaggio non visibili dall'esterno e le scale ricevono illuminazione diretta così come gli uffici, la cui particolarità risiede nell'uso di una lampada da tavolo appositamente progettata per illuminare solo la superficie di lavoro.
iGuzzini ha contribuito a questo innovativo progetto sia con apparecchi di produzione industriale, sia con alcuni prodotti speciali realizzati per soddisfare appieno le richieste dei progettisti. Tra questi, i due principali sono un leggero elemento orizzontale, usato a sospensione con un’emissione sia verso il basso che verso l’alto (quest’ultima, per valorizzare le irregolarità del cemento), e un apparecchio da tavolo che offre una “task light” agli utilizzatori delle scrivanie.
Il primo è stato ideato con il duplice obiettivo di favorire l’illuminazione generale degli ambienti e, al tempo stesso, mimetizzarsi in un contesto molto minimale e industriale. Il secondo riprende le stesse forme pensate per la sospensione adattandole alle scrivanie grazie a specifiche soluzioni di installazione.
iGuzzini ha scelto una temperatura colore di 3000 K e ottiche ampie che restituiscono la sensazione di illuminazione diffusa tipica del giorno per garantire, anche durante le ore serali, quel senso di trasparenza che è poi la caratteristica principale dell’intero progetto.
Un elemento ricorrente in molti ambienti (dall’auditorium, alla caffetteria, alle sale riunioni nonché agli uffici, dove affianca l’apparecchio speciale a sospensione) è l’iconico faretto orientabile Le Perroquet, disegnato dello stesso Renzo Piano per l’illuminazione del Centre Pompidou di Parigi. Apparecchi Laser Blade Wall Washer sono stati poi agganciati, attraverso un apposito sistema, sulla lamiera strutturale dei pannelli che costituiscono la libreria, assicurandone l’omogenea illuminazione verticale. Per i corridoi e le aree di passaggio, la scelta si è invece orientata sugli incassi Laser Blade General Lighting.
Uno degli aspetti sicuramente più sfidanti per il progetto illuminotecnico era l’abbondante presenza di calcestruzzo che ha richiesto, per tutti gli incassi - le cui controcasse sono state fornite molto tempo prima dell’effettiva messa in opera degli apparecchi - ma anche per le applicazioni con basetta dei Le Perroquet, soluzioni specifiche di installazione.
Infine, il progetto ha previsto anche l’illuminazione del terrazzo posto sul tetto dell’edificio che fronteggia il Palazzo di Giustizia, dove Linealuce incassati nel pavimento in legno proiettano la loro emissione luminosa sulla balaustra in vetro. Di notte, l'edificio assume così l’aspetto di una lanterna, dove la luce si genera dal cuore per poi attenuarsi elegantemente sulle facciate, evidenziando la trasparenza e la bellezza dell’intero progetto.
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