20/07/2020 - Giorgetti presenta le novità del 2020 con una collezione ricca e articolata. Nonostante il lockdown e l’assenza del Salone del mobile di Milano, il marchio ha deciso di non rinunciare ad alcun pezzo e di intraprendere una serie di nuove sfide: da un lato ha messo in produzione oggetti tecnicamente complessi, e dall’altro ha sperimentato una nuova modalità di presentazione della collezione con la creazione del broadcast digitale Pinkham Point.
“Il canale digitale Pinkham Pointè nato dalla necessità di costruire un’esperienza alternativa al Salone del mobile in cui poter condividere con i nostri partner e clienti un patrimonio di idee e di progetti, mai come quest’anno unici ed articolati: il periodo di lock down, infatti, è stato per noi il momento per riflettere ancora più nel dettaglio sulle nostre radici ed i nostri valori per rendere ancora più unici le nostre idee, i nostri prodotti, la nostra visione del design. Per condividere tutto questo, abbiamo deciso di sperimentare le risorse messe a disposizione dall’innovazione digitale e provare a trasmettere le emozioni, i valori e l’unicità dei nostri prodotti con un progetto in grado di far incontrare arte e tecnologia. La riuscita di questo connubio è qualcosa che abbiamo già testato a livello produttivo: Giorgetti, infatti, da tempo ha affiancato alla manifattura importanti investimenti nell’ambito dell’industria 4.0, proprio con l’obiettivo di valorizzare al massimo l’insostituibile sapere artigianale”, ha commentato Giovanni del Vecchio, CEO di Giorgetti.
Con la collezione 2020, Giorgetti accompagna gli appassionati del brand in un viaggio da Est a Ovest, dall’Oriente agli Stati Uniti, passando per l’Europa, grazie all’introduzione di due nuove importanti collaborazioni creative, quella con Adam D. Tihany che nella sua esperienza stilistica interpreta le abitudini del Vecchio continente con gli stilemi tipicamente newyorchesi e presenta il prezioso carrello bar Host, e quella con il duo di origine giapponese Setsu & Shinobu Ito: apprezzato per la capacità di plasmare forme fluide ed eleganti, ha disegnato un’opera complessa, il mobile bar Kiri.
Accanto a queste nuove collaborazioni, Giorgetti conferma quelle con alcuni grandi nomi italiani che da tempo contribuiscono all’esperienza estetica del brand con prodotti dal design senza tempo e dalla forte personalità, in grado di dialogare fra di loro e di rinnovarsi nei materiali e negli accostamenti. Carlo Colombo, Ludovica+Roberto Palomba, Umberto Asnago e Leonardo Dainelli firmano nuovi prodotti per il living, per il dining, per la zona notte, per l’home office e per l’open-air. In un percorso che nella realizzazione delle loro idee, vede i designer accompagnati dall’R&D dell’azienda. Completano il mondo Giorgetti, gli oggetti per il décor della collezione Atmosphere, che quest’anno, per la prima volta, presenta alcuni pezzi d’autore firmati da Carlo Colombo, Roberto Cambie Virginia Harper.
Tutte queste novità di prodotto sono presentate con il nuovo canale digitale. I prodotti diventano protagonisti di Pinkham Point, un film a episodi nato grazie alle potenzialità della tecnologia digitale che svela gli ambienti di una dimora modernista in cui le nuove proposte si mescolano ai grandi classici Giorgetti. Le tecniche cinematografiche, fatte di ampie carrellate e inquadrature ravvicinate, accompagnate da un crescendo musicale presentano di volta in volta gli ambienti della dimora: il living, il dining, la cucina, lo studio, la zona notte e l’outdoor.
“Questa modalità virtuale di presentare le collezioni implementa i tanti progetti reali che in questi anni hanno coinvolto Giorgetti e Battaglia, conosciuta per la capacità di creare arredi su misura. Anche questa volta, infatti, vogliamo dimostrare che ogni nostro oggetto viene immaginato per esaltare le competenze tecniche e costruttive della nostra manifattura e pensato per valorizzare l’architettura che dovrà arredare. Curati in ogni dettaglio e funzionali, i prodotti Giorgetti disegnano lo spazio e tramandano alle generazioni future un patrimonio straordinario di memorie”, ha concluso Giovanni del Vecchio.
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