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Cover photo: Hagia Sophia_Ph. bloodua_123rf_ID3313919
13/07/2020 - Istanbul, l'ex basilica di Santa Sofia torna a essere una moschea, dopo 86 anni.
La decisione, presa all’unanimità dal Consiglio di Stato turco, è stata annunciata venerdì mattina dal presidente Erdogan a reti unificate.
Contesa per secoli da cristiani, musulmani e laici, tramite il decreto del 24 novembre 1934 dell'allora presidente Mustafa Kemal Ataturk venne trasformata in un museo.
"Con la trasformazione in moschea Hagia Sophia verrà visitata da ancora più persone", ha dichiarato il presidente Recep Tayyip Erdogan. Poche ore dopo, su Twitter circolava già il testo del decreto presidenziale scatenando un acceso dibattito globale.
Hagia Sophia, interno_Ph. sivenkovnik_123rf_ID98448681
Ovviamente i motivi della riconversione vanno ben oltre il fattore 'turistico'.
Come può un Consiglio di Stato abrogare nel 2020 un decreto presidenziale del 1934? Il leader turco aveva promesso più volte che Santa Sofia, fatta costruire nel VI secolo dall’imperatore Giustiniano come massima espressione dell’Impero romano d’Oriente, sarebbe tornata moschea. E così è stato.
Nonostante le pressioni internazionali, dopo un rinvio di una settimana il 2 luglio, la decisione è arrivata. Con un decreto il presidente Erdogan ha trasferito il controllo della basilica - Patrimonio Unesco dell'umanità - al Direttorato degli Affari religiosi turco.
Il Consiglio di Stato turco ha infatti ritenuto che la decisione di trasformare Hagia Sophia in museo, presa nel 1934, non era valida.
Ci sarebbero alcuni atti che proverebbero la proprietà del sito, in capo a una fondazione che avrebbe ereditato il bene da Maometto II, e in cui sarebbe indicata la destinazione d'uso a luogo di culto. Secondo queste ultime ricerche l'atto del 1934 di Ataturk risulterebbe quindi illegale.
L’Associazione per i monumenti storici ha fatto causa al governo proprio sulla trasformazione in museo negli anni Trenta, e il Consiglio è stato tenuto a emettere una sentenza.
La decisione ha suscitato diverse accese reazioni da parte di leader religiosi e politici, oltre che studiosi e fedeli da ogni parte del mondo in attesa di una presa di posizione del Papa arrivata solo ieri, durante la celebrazione domenicale in cui Francesco ha espresso commosso il suo dolore per Santa Sofia.
Ad esprimere il proprio punto di vista sulla questione anche il patriarca cristiano ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, il quale ha ricordato come "la riconversione di Santa Sofia, centro vitale in cui Oriente e Occidente si incontrano, dividerebbe questi due mondi, ancor più in un momento in cui l'umanità, afflitta e sofferente per la pandemia mortale, ha bisogno di unità e di un orientamento comune".
Per Bartolomeo "il museo Santa Sofia dovrebbe funzionare come luogo e simbolo di incontro, dialogo e coesistenza pacifica dei popoli e delle culture e reciproca solidarietà tra cristiani e islamici".
Santa Sofia, monumento simbolo di Istanbul, sarà riaperta al culto islamico dalla preghiera del venerdì dal 24 luglio.
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