29/07/2020 - Apre a Milano Moya, un ristorante di cucina asiatica contemporanea, distribuito su un'area di oltre 1000 metri quadrati, divisa su due piani. L’architetto Maurizio Lai disegna con cura sartoriale un luogo in cui luci, colori e geometrie astratte delineano un linguaggio compositivo creativo e inatteso.
Nel progetto del ristorante Moya, installazioni luminose e tagli geometrici ricorrono all’interno di un contenitore essenziale, costruendo un’identità inedita, lontano dall’immaginario collettivo di una ristorazione asiatica standardizzata.
Il progetto di interior si sviluppa in un racconto materico, sensoriale e cromatico, che si articola nei diversi ambienti per coinvolgere ed amplificare la percezione visiva.
La riconfigurazione architettonica dell’edificio preesistente si evidenzia con il progetto di facciata, in un processo di sottolineature e accenti svolto da elementi luminosi lineari, mentre ampie vetrate rendono permeabile lo spazio interno.
La sinergia tra architettura, design e gesto artistico, che caratterizza il lavoro di Maurizio Lai, trova emblematica rappresentazione in una installazione luminosa all’ingresso del ristorante. Firma tridimensionale, stringa di energia fluida e rampicante che attraversa lo spazio, domina la hall sviluppandosi in altezza fino al piano superiore e introduce un tema di dinamismo e verticalità. A fare da quinta, una parete in vetro color verde smeraldo con una scansione verticale di punti luminosi. Superfici scure in specchio bronzato rivestono le pareti del vano scale riflettendo l’installazione all’infinito, dilatando lo spazio e la sua visione.
La grande sala centrale si caratterizza per una scansione regolare di stampe digitali su lastre di policarbonato retroilluminato che definisce un paesaggio essenzialmente acquatico. A contrasto con il calore dei rivestimenti lignei della sala, richiama le tonalità delle modulazioni di colore sulle pareti dove le luci disegnano su vetri policromi il senso di una perpetua aurora boreale e la scultura orizzontale che mette in scena geometrie circolari.
Altri complementi luminosi in vetro retroverniciato, nati da questo primo segno, si trovano diffusi negli spazi di raccordo, accompagnando lo sguardo degli ospiti con la propria presenza.
Le lampade a parete, su disegno, anche’esse in vetro retroverniciato, costituiscono un elemento decorativo dal sapore quasi nostalgico, retrofuturistico.
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