12/10/2020 - Lanzo Torinese, località in zona pre-montana a 30 chilometri da Torino, ha sempre rivestito il ruolo di “fulcro” per le vallate circostanti per motivi geografici, economici, sociali e culturali. La parte più alta del centro storico della città è un luogo dove l’architettura, come sfondo e talvolta come elemento fondamentale di chi lo vive, contribuisce a costruire la memoria della città, incarna le aspirazioni di chi la ha promossa nel tempo e riflette valori civici ed individuali.
Nel complesso dell’Ex Collegio Salesiano in Lanzo Torinese questi valori complessi e spesso conflittuali hanno trovato una soluzione positiva in una successione straordinaria di stratificazioni che ne caratterizzano la storia.
Dopo anni di abbandono e di progetti, nel 2017, su progetto di Picco Architetti si avvia l’importante intervento di restauro e recupero funzionale del complesso con il primo intervento di recupero della manica ottocentesca; il programma è la realizzazione di una residenza sanitaria assistenziale da 100 posti letto, concluso nel gennaio 2019, con la realizzazione di un nuovo piazzale e parcheggio. L'edificio fu costruito da Don Bosco a partire dal 1864: fu la prima struttura salesiana fuori Torino; si sviluppa su quattro piani fuori terra con una tipica pianta a “L”. La manica longitudinale misura 70 metri e quella trasversale, con affaccio su piazza Albert, circa 24.
Nella costante dialettica tra storia e contemporaneità, tradizione e nuove esigenze sociali, la realizzazione di un nuovo polo del welfare è l’occasione per avviare un processo di riqualificazione del centro storico di Lanzo, da tempo caratterizzato, in particolare nella parte alta, da una aggravata condizione di desertificazione.
Il recupero del complesso dell’Ex Collegio ristabilisce il ruolo dello stesso come centrale nella struttura urbana ed estetica di Lanzo. Il progetto, inoltre, conferma e valorizza i principi insediativi, le direttrici di accessibilità e le straordinarie visuali che il complesso propone nel rapporto tra le emergenze interne allo stesso e quelle di paesaggio vasto verso le Valli.
Il progetto conferma la dialettica tra conservazione e innovazione, sui fronti esterni con il rinnovo degli apparati decorativi, dei materiali originali e l’innesto di elementi e volumi nuovi, nei locali interni con la valorizzazione del sistema a volte presente ai primi due livelli, la nuova articolazione delle camere di degenza e dei locali di servizio.
Qui un sistema di scatole interne alla struttura, ribassate rispetto alle volte, organizza il sistema dei locali servizi igienici delle camere, con una successione che scandisce ingressi e volumi.
Il tema della dialettica tra l’esistente e il “nuovo” è ben visibile nel nuovo padiglione d'ingresso. Per l'entrata è stato realizzato un nuovo varco in posizione baricentrica rispetto alla facciata, caratterizzato da un piccolo padiglione metallico con rivestimento in lamiera e vetro laccato. Il piego del padiglione, disposto sul piano inclinato del camminamento, accompagna gli ospiti ed i visitatori all’interno della struttura.
Il tema della “addizione”, rispettosa del contesto ma evidente della discontinuità tra esistente e nuovo progetto.
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