07/10/2020 - È una storia che in pochi raccontano volentieri. Una vicenda celata dai lucenti grattacieli della downtown, ma viva e testimoniata dalle profonde cicatrici sullo smisurato corpo di Detroit: una successione immensa di abitazioni malconce, strade deserte, edifici abbandonati.
Difficile raccontare come “l’arsenale di democrazia” – tale era definita Detroit agli inizi degli anni ’40 - possa essersi trasformato nella più estesa città fantasma che la contemporaneità abbia mai conosciuto. Eppure, la storia procede per contrasti, il pendolo del tempo inverte di sovente il proprio percorso, ed ove si genera un vuoto lì – spesso - è seminata un’opportunità.
Negli ultimi anni infatti possenti venti di innovazione hanno sferzato la città, allontanando le nebbie del passato e dissolvendo la bruma di decadenza che per decenni ne aveva soffocato lo sviluppo. Accade così che numerosi di quei vuoti - di quelle ferite generate dallo spopolamento e dalla crisi economica - siano divenuti nuovi epicentri di rigenerazione urbana: preziose tele su cui dipingere i nuovi capolavori dell’architettura contemporanea.
È dunque alla più affascinante di queste tele – un vuoto urbano affacciato sul fiume ed immerso fra i grattacieli della downtown - che guarda Detroit Waterfront District, il concorso promosso dal gruppo Manni in collaborazione a Sterling Group, per il disegno del futuro cuore leisure ed entertainment della città di Detroit.
Qui, sul sedime dell’ex Joe Luis Arena - accanto al luogo dove la tradizione vuole fossero approdati i padri fondatori di Detroit - i progettisti potranno misurarsi con il disegno di un complesso di edifici che ne riscrivano lo skyline, generando superbi capolavori di architettura che si elevino a simbolo della ritrovata ascesa di una fra le città più iconiche e controverse nella storia degli Stati Uniti d’America.
Le iscrizioni "late" si chiudono il 20/12/2020 (h 23.59 GMT), il termine di consegna degli elaborati è fissato per il 23/12/2020 (h 12.00 Mezzogiorno GMT).
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