24/11/2020 - Lo scorso ottobre The Student Hotel (TSH) ha aperto alla città di Bologna il suo format di ospitalità ibrida leader del settore, già famoso in tutto il mondo. TSH Bologna diventa così il secondo in Italia dopo Firenze Lavagnini e il sedicesimo hotel del gruppo olandese, aggiungendosi al network in continua crescita di strutture ibride presenti in tutta Europa.
Costruita in Bolognina la nuova struttura si candida a diventare un polo di innovazione e creatività progettato per collegare e riunire diverse comunità di persone. È qui, a ridosso del centro storico, che in una manciata d’anni sono stati portati a termine i lavori per la costruzione della stazione AV e della nuova sede del Comune, affiancati dal progetto della Trilogia Navile, la new town che ospiterà palazzi dal look futuristico immersi in grande aree verdi. In questo contesto di rigenerazione urbana a lungo termine, all’interno di un edificio costruito alla fine degli anni ’80 - prima adibito a sede Telecom, poi abbandonato, successivamente occupato e infine sgomberato dall’amministrazione cittadina - che sorge The Student Hotel Bologna. Una scelta non facile eppure fortemente voluta da Charlie MacGregor, fondatore di TSH: nessun altro immobile coniugava così alla perfezione l’anima inclusiva della Bolognina e il valore comunitario di The Student Hotel.
Agli architetti e designer che hanno lavorato al progetto di riqualificazione dell’immobile, l’ex Telecom si presentava come una megastruttura brutalista affacciata su una grande piazza centrale. La corte - storico luogo di aggregazione della cultura italiana - è stata interamente conservata e trasformata in quello che diventerà il cuore pulsante dell’attività sociale di TSH Bologna, grazie alla costruzione di una piscina e della zona ristorante con tavoli e di aree in cui lavorare e studiare all’aria aperta.
All’interno della corte si rincorrono alcuni tra gli elementi chiave dell’identità cittadina: all’acqua - che rimanda al passato di Bologna come città di canali navigabili - e alla terra - nel cortile sono presenti palme che rievocano gli esotici giardini nascosti nei chiostri dei palazzi medievali del centro - si aggiunge il fascino disruptive della street art: un grande murales del poliedrico graffitaro milanese Never2501, che con i suoi cerchi, i pattern di linee ondeggianti e le forme simboliche attrae lo spettatore in un vortice ipnotico.
“Abbiamo voluto mantenere la volumetria industriale originale, rigenerandola e modellandone gli spazi interni”, ha aggiunto Matteo Fantoni, fondatore di Matteo Fantoni Studio, autore del progetto architettonico e del concept. “La sovrapposizione ed estensione dei volumi, sospesi in copertura, crea un dialogo tra vecchio e nuovo sostenibile ampliando il significato rigenerativo del progetto”.
Francesco Conserva, partner di Open Project, responsabile del progetto definitivo, esecutivo e della direzione lavori ha commentato: “Abbiamo, sin da subito, intuito la forza innovativa del progetto di TSH e colto la sfida: trasformare un edificio dismesso, sul quale Open Project lavorava già da anni, in un volano per la rigenerazione di un quadrante della città di Bologna, con un occhio attento alla sostenibilità ambientale, alla contestualizzazione e all’inclusione”.
“Per il design degli interni, abbiamo rispettato lo stile TSH, contestualizzandolo con il mood cittadino”, ha dichiarato infine Giovanni Franceschelli, fondatore e senior architect di Rizoma Architetture. “Si passa dalle tinte nordiche della facciata, ai toni caldi della zona Collab fino all’estetica grintosa del ristorante. Un mix di stili perfetto per Bologna, che contribuirà a rendere TSH un magnete urbano, un luogo identitario in una città che già da anni ha avviato un processo di internazionalizzazione”.
Per esprimere lo spirito di profondo cambiamento e innovazione che TSH sta già portando in Bolognina si è puntato su un look anticonvenzionale, ispirato dal carattere vivace della cultura underground di Bologna. Come a voler rispecchiare questa estetica, si è ricorsi in fase di inizio lavori a uno strip-out dell’intero edificio: sono stati eliminati tutti gli elementi superflui - come gran parte dei controsoffitti in cartongesso - liberando spazi che sono stati riempiti con oggetti iconici e riconoscibili della cultura TSH, affiancati da elementi brutalistici, travi e cemento a vista, conservati nella struttura originaria. Il risultato sono ambienti estremamente flessibili, utilizzabili sia per le attività diurne - che graviteranno tra bar, ristorante, auditorium, palestra, zone studio e lavoro - sia per quelle notturne, tra cui party e dj set.
Nell’hotel sono installati numerosi elementi legati alla sostenibilità. Come il feltro di PET riciclato e il legno OSB, quest’ultimo utilizzato per i TSH Collab e i ristoranti, dove sono presenti mensole e altri elementi che in fase di smontaggio permettono di separare il legno dal metallo, per un loro futuro riutilizzo. Negli ambienti comuni si è ricorso anche a inserti in CELENIT - mix formato da materiali come il legno, il cemento Portland, la polvere di marmo e l’acqua - isolante acustico naturale e sostenibile. La logica del riutilizzo è infine presente nelle numerose sedute e poltrone disseminate nella struttura, pezzi vintage che sono stati recuperati e rifoderati per tornare a nuova vita.
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