30/12/2020 - La posizione sta al contesto, come la disposizione sta alla contestualizzazione. Questa la visione che ha portato tIPS ARCHITECTS a riflettere sulla nuova disposizione interna della residenza privata di una giovane imprenditrice del cuneese. 55 mq in una posizione privilegiata: un affaccio sulla monumentale Piazza San Paolo di Alba, nei pressi del centro storico, con il profilo del sistema collinare delle Langhe a est. La proprietà desiderava che l’appartamento diventasse non l’abitazione principale, ma un pied-à-terre in città, che rispondesse dunque a esigenze di flessibilità e a modalità di permanenza variabili.
Per perseguire questi obiettivi, i progettisti hanno previsto la demolizione di tutti i divisori interni, destinando tutta la superficie possibile alla zona living: un'unica aula che conquista tutta l'ampiezza disponibile, definendo la continuità spaziale tra l'interno e l'esterno, tra il soggiorno e la loggia, tra la posizione e il contesto. La quota parte adibita a soggiorno, pranzo e cottura risulta quindi pari alla metà circa della superficie dell'intero appartamento: una divisione netta, riconoscibile anche nel disegno planimetrico. Il che significa che in uno spazio equivalente al living si articolano e si susseguono l’ingresso, il disimpegno e il bagno.
Come è stata ottimizzata tutta la sequenza in pochi metri quadrati? La risposta sta nell’approccio progettuale di tIPS ARCHITECTS, nella lettura dello spazio, alla base di una soluzione esclusiva: l'arredamento è parte del progetto! I mobili, infatti, sono stati disegnati quando sono state disegnate anche le stanze.
La cucina costruisce un volume che si estende fino all'ingresso, un unico elemento tridimensionale; tutte le ante si aprono, anche quelle d'angolo, per sfruttarne al massimo la capienza. Un'anta in particolare nasconde il passaggio verso la zona notte, una sorta di “passaggio segreto” attraverso la boiserie, un masterpiece dell'interior design che porta al disimpegno, ottimizzato per l'utilizzo come lavanderia e ripostiglio.
Il concept del bagno parte dalla salvaguardia e la “rigenerazione” dell’esistente: il vecchio lavello alla genovese, in marmo di Carrara, originariamente posizionato in cucina, è stato pazientemente smurato, portato nel laboratorio del marmista, restaurato, ripulito e recuperato. È stato poi appoggiato su di un mobile custom-made per conformarsi alle sagoma dell'oggetto, una sorta di grande cavalletto dal carattere temporaneo come quello utilizzato dall'artigiano per posizionare la pietra, inciderla e formarla.
L'impiego del vetro è stato propedeutico alla riproporzione dello spazio del bagno stesso, lungo circa cinque metri e largo uno e mezzo: lo specchio, infatti, raddoppia percettivamente la larghezza, mentre il vetro della doccia anticipa la profondità ricalibrando la lunghezza.
Parte integrante di questa parte del progetto anche la rubinetteria: la scelta è ricaduta su Diametro35 di Ritmonio, una collezione classica e funzionale, adatta a spazi mini, ma d’effetto. Il suo design duraturo e minimale è in linea con la personalità della proprietaria. Con Ritmonio, anche un bagno piccolo e stretto può diventare una vera oasi di relax.
Materia e superficie hanno bisogno della luce per essere rivelate e in questo senso i temi della valorizzazione del vecchio e dell'illusione percettiva vogliono rievocare uno spazio espositivo: per questo sono stati selezionati i corpi illuminanti caratteristici di un museo, ovvero proiettori alternati a diffusori montati all'interno di un unico binario incassato nel controsoffitto.
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