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A Torino inaugura Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo
Un manifesto costruito come esperienza delle possibilità e della bellezza delle nuove tecnologie del costruire consapevole
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07/12/2020 - Green Pea apre dopodomani a Torino: 15.000 m² di prodotti sostenibili e rispettosi della Terra, dell’aria, dell’acqua e delle persone. Green Pea è il primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto e apre al Lingotto, di fianco al primo Eataly aperto nel 2007. 

ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti (Ambrosini, Gatti, Grometto), già progettisti del primo Eataly, hanno concepito un’architettura-simbolo per dare forma alla visione strategica di Green Pea: un edificio altamente sostenibile, un manifesto costruito con nuove tecnologie e materiali naturali per trasmettere, attraverso l’architettura, l’idea di rispetto dell’ambiente e armonia con la natura. Commissionato da Eataly Real Estate, Green Pea è l’ultimo tassello della riqualificazione dell’area ex-industriale Carpano Lingotto, un progetto cardine del processo di rigenerazione che interessa l’area sud di Torino. 
 
Green Pea rappresenta un nuovo format di architettura urbana in equilibrio tra architettura e ambiente, sostenibilità e bellezza, qualità e funzionalità. Definito da una trama di materiali naturali e permeato di luce e verde, è un edificio resiliente ed eco-sostenibile in ogni suo dettaglio.
Il volume organico, dalla particolare forma sfaccettata, si sviluppa su cinque piani per 25 m di altezza in continuità con il filo edilizio esistente e prolungando la facciata di Eataly. L’orientamento Nord-Sud e la forma svasata dell’ultimo piano sono studiati per adattarsi alle condizioni climatiche ed ambientali e garantire la migliore distribuzione dell’irraggiamento solare.
L’involucro esterno è costituito da un doppio livello di superfici. Un guscio esterno di lamelle frangisole in legno, sostenuto da una nervatura in acciaio, forma un "treillage" tecnico che fa da filtro tra interno ed esterno e permette all’edificio di respirare, di aprirsi alla città e di proteggersi dal sole. Le lamelle, termo-trattate per l’uso esterno e irrigidite da un’anima metallica, sono state realizzate con legno di abete recuperato dalle foreste della trentina Val di Fiemme e del Bellunese, distrutte dalla tempesta dell’ottobre 2018 e dalle quali tradizionalmente si ricavava il legno per le tavole armoniche degli strumenti.

Il guscio interno invece, costituito da un tamponamento di pannelli sandwich in  legno massello KVH, coibentati in fibra di legno e rivestiti in lamiera metallica, è sezionato dai grandi tagli delle superfici vetrate che inondano di luce naturale gli spazi interni. I fronti dell’edificio definiscono una sequenza di spazi pedonali pavimentati e a giardino.
La struttura portante, è in acciaio, materiale riciclabile al 100%, ed è interamente montata a secco tramite bullonature, in modo da essere smontabile e rimovibile facilmente consentendone nel lungo periodo l’allungamento del ciclo di vita: una maglia di travi principali (HEA1000) e secondarie (IPE400) appoggiata su pilastri tubolari, definisce un sistema leggero, ma al tempo stesso ad alta resistenza in cui gli appoggi puntuali delle componenti orizzontali sono ridotti al minimo per consentire maggiore libertà nella concezione e  gestione degli spazi. La struttura è stata montata attraverso una cantierizzazione per settori verticali, da terra all’ultimo livello, ottimizzando i tempi di costruzione.
 
Attraverso la trama organica delle facciate in legno si inserisce la vegetazione, che diventa vero e proprio materiale costitutivo dell’architettura. Il verde, non usato in maniera mimetica, si sviluppa da un sistema di terrazze in cui sono piantumate piante ad alto fusto in grandi vasche. L’edificio appare così come un organismo naturale che vibra a seconda della luce e della crescita delle piante. La vegetazione è stata selezionata per essere idonea al clima e al microclima delle diverse facciate dell’edificio, privilegiando piante autoctone e flora italiana.
Differenti ambienti naturali partono dal basamento dell’edificio e si incontrano nella copertura, il grande tetto giardino attrezzato, caratterizzato da una serra bioclimatica che diventa la “quinta facciata” di Green Pea.
In questa parte della città, pesantemente industrializzata nel corso del Novecento, il verde torna a giocare un ruolo e a leggersi nel tessuto urbano. Un paesaggio naturale e minerale realizza ai piedi dell’edificio una piazza pedonale, agorà di vita e passaggio.
 
Negli interni un concept semplice e chiaro coinvolge tutti i sensi e permette un’esperienza completa, immersi nell’identità del brand Green Pea e nei suoi valori di rispetto e consumo consapevole.
Il layout dei vari piani crea spazi flessibili, immediata riconoscibilità dei percorsi e relazione con il verde esterno e accoglie diffusamente la luce naturale. Negli interni si ritrovano materiali tradizionali come calce naturale e legno combinati a materiali di lusso come pelle e velluti. I parquet sono realizzati con legno già abbattuto e recuperato lungo i letti dei fiumi della val Varaita.
Per le tinteggiature è stata usata una vernice che neutralizza gli agenti inquinanti, previene la crescita di muffe e microbi ed elimina i germi.
 
Dal punto di vista impiantistico Green Pea offre un ampio panorama delle diverse modalità di produzione di energia attraverso fonti rinnovabili: pozzi geotermici, pannelli fotovoltaici, pannelli solari, mini pale eoliche, smart flowers, fino a pavimenti piezoelettrici (kinetic floor), che consentono il recupero dell’energia cinetica generata dal passaggio degli utenti. Gli impianti sono intenzionalmente lasciati a vista anche per richiamare le origini industriali del sito. L’insieme di queste strategie ambientali attive e passive, rivolte al raggiungimento della massima efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di CO2 ha consentito di ottenere un punteggio del Protocollo Itaca di 3.5.realizzando un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building) in classe A3.
 

  Scheda progetto: Green Pea
Fabio Oggero
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