18/12/2020 - Lo studio CRA-Carlo Ratti Associati insieme ad un team guidato dal gruppo immobiliare australiano Lendlease ha vinto il concorso internazionale per la progettazione del nuovo campus per le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Milano.
Collocato all’interno di MIND-Milano Innovation District nell’ex area di Expo 2015, il cui masterplan è stato realizzato nel 2017 sempre dallo studio CRA-Carlo Ratti Associati per conto di Lendlease, il campus sarà inaugurato nel 2025.
Il concept architettonico firmato da CRA-Carlo Ratti Associati reinterpreta la tradizionale disposizione a corti delle università italiane ed europee, immaginando un “Campus 2.0” come luogo aperto, di sperimentazione e contaminazione dei saperi scientifici. Il nuovo polo si estende su un totale di oltre 190.000 metri quadri (più della superficie dei Giardini Pubblici di Porta Venezia a Milano) e ospiterà una comunità di oltre 23 mila persone.
Dopo mesi in cui, a seguito della pandemia, la vita di molti studenti, professori e ricercatori si è dovuta trasferire in una dimensione esclusivamente digitale, il progetto ribadisce la centralità dell’università stessa come spazio fisico per incontri, dialoghi e scambi.
Il Campus si sviluppa intorno a cinque corti circondate da altrettanti edifici in mattoni: entrambe le specifiche sono un tributo alla tradizione architettonica milanese e in modo specifico alla Ca’ Granda, la antica e prestigiosa sede centrale dell’Università Statale, a pochi passi dal Duomo di Milano. Il progetto sperimenta un uso innovativo delle tecniche costruttive. I mattoni in facciata sono disposti secondo un ordine complesso, frutto del design parametrico, andando a formare una serie di arazzi tridimensionali per riprodurre scritte o immagini. I mattoni, intesi come “pixel fisici”, sono potenzialmente riconfigurabili, secondo una tecnica che consente anche l’utilizzo di robot in fase compositiva.
Generosi sono gli spazi verdi, che dominano tutti gli ambienti all’aria aperta, dalle corti ognuna dedicata a un diverso tipo di vegetazione fino alla grande piazza centrale, estesa su quasi 10.000 metri quadri e direttamente affacciata sul cardo dell’ex area Expo. Il verde si declina anche su una sequenza di terrazze attrezzate e giardini ipogei, ribassati rispetto al livello degli edifici. Sulla piazza centrale si trovano anche una serie di padiglioni commerciali e un grande specchio d’acqua, in grado di essere svuotato per consentire lo svolgimento di eventi temporanei.
Il progetto promuove un approccio di dialogo tra le diverse discipline accademiche, secondo il metodo del “learning by doing”, ovvero apprendere facendo. Le aule si trovano al piano terra e al primo piano, mentre i piani superiori sono dedicati agli ambienti amministrativi. L’atteggiamento di apertura è incarnato dal principio urbanistico del “Common Ground”, ovvero uno spazio pubblico ininterrotto che si snoda attraverso tutto il quartiere, tramite passerelle, chiostri e corti. Gli edifici sono resi trasparenti al piano terra oppure rialzati per consentire il passaggio pedonale continuo. Il “Common Ground” penetra anche nelle stesse architetture, le quali sono connesse da un unico percorso pedonale interno della lunghezza di 700 metri.
Nel pensare alla realizzazione di spazi di formazione delle generazioni future non si è infatti potuto prescindere dal considerare le priorità delle stesse quali la sostenibilità e il cambiamento climatico. Questo polo è stato infatti progettato per essere misurato, da un punto di vista prestazionale, con la certificazione energetico-ambientale internazionale di terza parte LEED che sarà come minimo di livello Gold.
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