28/01/2021 - Design, luminosità e comfort sono i cardini del progetto dell’Arch. Massimo Rosa per T House, la sua “casa-studio” nel cuneese. Ispirato al rigore tradizionale dello stile giapponese, a quella che Noémi Raymond chiamava la “bellezza efficiente”, il focus progettuale dimostra ordine e razionalità, incarnando perfettamente il dettame “less is more”.
T House è il luogo deputato al benessere del nucleo familiare, un intervento attento di recupero di volumi esistenti, in un’ottica green e minimalista, in cui, grazie alla scelta dei serramenti in alluminio Schüco, la luce naturale diventa protagonista degli ambienti e definisce l’architettura degli spazi.
Un edificio intelligente, dunque, che mira a sintetizzare architettura contemporanea, forme minimali, superfici trasparenti, emissioni 0 e tecnologia avanzata.
Il nuovo edificio è il risultato di una ristrutturazione della casa anni ’60 preesistente sul lotto. L’intervento ha visto l’ampliamento dei volumi abitativi, con la creazione di un particolare involucro, che conferisce una presenza completamente diversa nel contesto urbano in cui si trova, antistante un’area verde.
Un progetto originale che vede la disposizione di due volumi intrecciati: il risultato è un’abitazione monofamiliare composta da diverse facciate sovrapposte, segnate da aperture posizionate ad arte. All’interno, le divisioni tra spazio abitativo e spazio lavorativo dello studio di architettura della proprietà sono minime e l’Arch. Rosa ha curato in maniera minuziosa i rapporti tra destinazioni d’uso degli ambienti: le aperture si affacciano - dagli spazi privati del piano primo - direttamente sul parco, sul cortiletto interno e sulla zona studio, in un costante equilibrio tra dimensione privata e pubblica.
L’edificio è stato realizzato con volumi netti e leggeri, dove “leggerezza” è intesa come valore architettonico fondamentale. In questo caso viene espressa attraverso le scelte dei materiali, l'estetica e la funzionalità: all'esterno si esprime nella trasparenza delle numerose parti vetrate e nel senso di “galleggiamento” del piano terra; negli interni, invece, la leggerezza si ottiene grazie alla creazione di zone a doppia altezza tra piano terra e piano primo e nella realizzazione di uno spazio “cortile interno” aperto.
La decisione di inserire un cortiletto, completamente vetrato, con uno specchio d’acqua e con un esemplare di acero, ha soddisfatto in maniera semplice una richiesta complessa della committenza: quella di vivere in relazione e osmosi con la natura. Natura espressa non come giardino addomesticato, bensì nelle sue manifestazioni elementari: vento, pioggia, sole e neve. L’inserimento di spazi aperti all’interno di quelli residenziali diventa così uno strumento concettuale, utile per esplorare il mondo naturale e la sua mutevolezza, cogliendo il susseguirsi delle stagioni anche in un paesaggio urbano tradizionalmente concepito. Il cielo è “fruibile” da tutta la casa come uno schermo sul quale sembrano proiettarsi le nuvole in movimento, la luna, le stelle.
Il cuore della zona giorno è uno spazio dal soffitto alto 6,50 metri, pieno di luce. Il senso degli ambienti è poi rafforzato dal trattamento astratto delle pareti, che sono dipinte di bianco assoluto. Questo amplifica la sensazione di levità della struttura, mentre una serie di vetrate a sviluppo orizzontale permette di dare all’intero luogo ulteriore apertura e respiro. Un lay-out che presenta al piano terra un piacevole percorso tra lo studio, la zona giorno, la cucina, il terrazzo ed il cortiletto, al piano primo la zona notte ed al piano della copertura piana il cubo completamente vetrato dove ci si può godere di un momento di solitudine e di puro relax.
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