© C+S Architects and MMA Bart Macken Eef Boeckx
22/03/2021 - Il progetto del team italo-belga formato da C+S Architects e da MMA / Bart Macken Eef Boeckx, è il vincitore del concorso internazionale indetto dal Vlaams Bouwmeester e Leiedal per la costruzione di un edificio per uffici low-tech a Kortrijk, in Belgio.
"Il progetto rappresenta il nostro approccio per un design olistico e low-tech e lavora sull’essenza della costruzione e la minima dotazione impiantistica, ottenendo il massimo comfort abitativo. Il progetto critica quel design sostenibile che mira ad aggiungere all’edificio facciate di vetro super-performanti, green-washing o pannelli fotovoltaici in copertura nascondendo spesso la mancanza di qualità del design stesso", spiegano gli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.
Il progetto per i nuovi uffici per Leiedal traduce la storia e l’identità del luogo, non tenendo solo in considerazione le trasformazioni storiche e fisiche, ma anche il sapere costruttivo e le trasformazioni economiche di questa parte del territorio belga, che ha visto un importante sviluppo grazie all’industria del mattone, proprio nell’area di Kortrijk.
"In contrasto con la tendenza contemporanea di caratterizzare gli edifici per uffici con facciate vetrate, abbiamo invece voluto radicare il progetto nell’identità locale, decidendo di utilizzare il mattone in modo innovativo. Andando in cerca del genius loci, nel luogo in cui sorgeranno i nuovi uffici si trovano le tracce del bosco e del piccolo corso d’acqua che appartenevano alla fattoria ‘Vanneste’, fino al 1970 unico edificio di quello che poi sarebbe stato il parco tecnologico Kennedypark: un edificio a pianta quadrata circondato dal verde", continuano gli architetti.
Elementi determinanti del progetto sono il mantenimento del verde e del piccolo corso d’acqua, l’utilizzo del mattone, la costruzione NZEB, il minimo uso delle dotazioni impiantistiche e il masterplan generale dell’area che fonda la sua spina dorsale in una nuova pista ciclabile, che passa limitrofa all’area progetto.
Il ‘Castello Inglese’, con la sua tipologia a spazio vuoto centrale circondato da spazi laterali di servizio scavati nelle murature generose, con la sua massa muraria e la qualità materica della sua costruzione ha ispirato il primo schizzo del progetto. La muratura dell’edificio infatti lavora come massa termica, che resiste al clima delle diverse stagioni, mentre la natura invade l’edificio con la sua presenza in continua trasformazione.
"Seguendo gli stessi principi, progettiamo uno spazio vuoto centrale circondato da una facciata dello spessore di 70 cm, che lavora come massa termica di mattoni faccia a vista sia all’esterno che all’interno grazie a un monoblocco termico, rasato a intonaco sottile ad andamento che, all’interno, lascia trasparire in filigrana la tessitura dei mattoni. I solai sono costruiti con voltine tradizionali anch’esse in mattoni e scaricano su una colonna centrale che assicura allo spazio la massima flessibilità.
Abbiamo definito il perimetro dell’edificio una ‘soglia intelligente’ tra paesaggio e costruito, tra interno ed esterno, tra natura ed artificio. Lo spazio vuoto centrale, 15x15m, è flessibile e può essere organizzato in modi diversi a seconda delle richieste dei locatari. I corridoi scompaiono e le salette riunioni sono condivise. Oltre a queste ultime, la ‘soglia intelligente’ ospita piccole cucine, scale, ascensori, servizi igienici e bellissime terrazze alberate scavate nell’edificio, attraverso le quali si ottiene una luce naturale ideale e filtrata dal verde che invade lo spazio degli uffici. In collaborazione con gli ingegneri impiantisti e gli esperti di sostenibilità ambientale abbiamo lavorato per trovare un equilibrio tra la necessaria quantità di massa termica, il filtraggio del calore estivo e la quantità di illuminazione naturale interna ottimale. In questo modo la ‘soglia intelligente’ diventa lo strumento per disegnare l’edificio low-tech".
In corrispondenza dello spazio di ingresso, la muratura generosa diventa uno schermo trasparente tra interno ed esterno, grazie alla presenza di una gelosia: una muratura traforata che accentua la preziosità dell’accesso dalla pista ciclabile.
Il piano terra è un ‘interno urbano’, in diretto contatto con la pista ciclabile e I percorsi pedonali. Anche il piano terra è disegnato come uno spazio vuoto circondato da spazi di servizio e abitato da due installazioni che ne permettono l’uso simultaneo da parte di una caffetteria e di una sala riunioni per 50 persone, schermata da pareti acustiche.
Il paesaggio, disegnato da Jan Minne, è un’oasi nella periferia, che crea diverse atmosfere che mutano al trascorrere delle stagioni, offrendo scorci speciali alla fantasia personale dei visitatori.
Grazie ai suoi ‘muri abitati’, il nuovo edificio uffici di Leiedal è un edificio per i prossimi 200 anni: abitato da persone e alberi, diventa la metafora di un nuovo modo possibile di abitare il pianeta in equilibrio con l’ambiente.
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