15/03/2021 - La Cantina del Bruciato, di asv3 - officina di architettura, è situata in una delle zone più felici per la produzione del vino in Italia, l’Alta Maremma.
Il progetto ha avuto come obiettivo la costruzione della nuova cantina e la riqualificazione di un capannone esistente da destinare a nuovo centro aziendale per la Tenuta di Guado al Tasso di proprietà della famiglia Antinori.
Il sito, a solo un km dal mare, ha un’orografia pianeggiante e il progetto, viste le grandi dimensioni e l’esigenza di costruire fuori terra, si è dovuto da subito confrontare con il paesaggio e l’integrazione con esso.
«...Vicino ci sarà la cantina del vino con le finestre a settentrione; se le avesse da un’altra parte, dove potrebbe venir riscaldata dal sole, il vino di quella cantina, disfatto dal caldo, perderebbe la sua forza…»: così precisava Vitruvio nel libro VI del De Architettura, descrivendo le caratteristiche dell’antica abitazione rurale.
“La citazione vitruviana - precisano i progettisti - oltre a ricordarci come la cantina sia parte costitutiva della struttura insediativa rurale tradizionale (una delle figure connotative del bel paesaggio agrario storico italiano), ci fornisce il pretesto per sottolineare come la corretta progettazione di questo tipo di locale, oggi come nel passato, non possa prescindere dalla verifica di specifici parametri ambientali e tecnico-costruttivi, necessari per consentire l’adeguata conservazione di un prodotto delicato come il vino, elemento vivo e pertanto facilmente soggetto nel tempo ad alterazioni o danneggiamenti.
Quando poi la cantina, da spazio architettonico integrato e da locale a carattere prevalentemente monofunzionale, passa ad assumere anche il ruolo di figura iconica e di opera di rappresentanza, altri criteri ed elementi di valutazione intervengono ad orientare con decisione le scelte progettuali”.
Dall’esigenza di costruire fuori terra nasce la scelta di realizzare pareti fortemente coibentate e una ‘corazza’ esterna in lamiera forata che funge da filtro termico e d’illuminazione.
Il volume della cantina, riprendendo le tematiche industriali di serialità degli elementi, è pensato come un oggetto modulare a shed lungo l'asse longitudinale. In facciata il sistema si traduce in elementi spezzati che ricordano lontanamente delle rocce fratturate che emergono dal terreno pianeggiante.
Viste le grandi dimensioni dell'intervento, la progettazione di dune ricche di vegetazione mediterranea, elemento tipico del territorio, ne mitigano l'impatto visivo rendendola quasi invisibile.
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