07/04/2021 - La giuria del Premio Architettura Città di Oderzo (PAO), giunto alla sua XVII edizione, ha reso note le dieci opere selezionate, una delle quali sarà proclamata vincitrice il 23 aprile 2021.
Le opere selezionate sono: ciAsa Aqua Bad Cortina di Pedevilla Architects, Eraldo Hub di Parisotto + Formenton, House L di Plasma Studio, Bivacco Pradidali di Mimeus Architettura, Nuova cantina dell’Hotel Pache-rhof di Bergmeisterwolf, Chiostri di San Pietro di ZAA Zamboni Associati Architettura, Scuola materna di Roland Baldi Architects, Palaluxottica - Congress and Exhibition Center di Studio Botter + Studio Bressan, Restauro del Casino di Bersaglio di Weber+Winterle Architetti, Knottnkino - Cinema natura di Messner Architects.
Sono trascorsi 24 anni dalla prima edizione, durante i quali sono stati indetti 17 bandi di partecipazione per un totale di oltre 1400 opere presentate, tutte realizzate - tranne alcune eccezioni - nelle regioni del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia come richiesto dal Premio, attento al territorio del Triveneto e alle ricadute di tali opere sulla comunità.
Organizzato dal Comune di Oderzo, dalla Provincia di Treviso, dall’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Treviso, dalla Fondazione Oderzo Cultura onlus e da Assindustria VenetoCentro, il Premio nasce in ambito pubblico con la ferma convinzione che l’interazione con il mondo professionale e con quello imprenditoriale possa produrre processi virtuosi di ampio respiro.
La storia del premio si dipana anche fra i nomi illustri delle varie giurie che negli anni si sono susseguite, composte, fra gli altri, da Manuel Aires Mateus, Valentin Bearth, Franco Bernabé, Sebastiano Brandolini, Renata Codello, Nicola Di Battista, Fulvio Irace, Peter Lorenz, Carlo Magnani, Gino Malacarne, Marco Mulazzani, Carlo Olmo, Carmen Pinós, Sergio Polano, Jordi Querol Piera, Patricia Viel.
La giuria è di alto profilo anche quest’anno con Paolo Baratta (economista e già Ministro, per tre mandati consecutivi alla guida de La Biennale di Venezia) come presidente, Maria Claudia Clemente (Labics), Alfonso Femia (Atelier(s) Al-fonso Femia), Carlo Birrozzi (direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) e Massimo Tonello (Tonello Servizi).
Dal cuore delle città alle loro periferie, dalle valli alle vette alpine, dai piccoli paesi ai capoluoghi di provincia, le opere selezionate insistono su luoghi diversi fra loro. Questa varietà narra di un atteggiamento progettuale sempre più attento a creare un nesso fra architettura e ambiente, sia esso naturale o costruito. Che si tratti di una riqualificazione in un contesto storico o di una nuova costruzione in una zona industriale, le opere esprimono un dialogo sempre serrato con il contesto.
I progettisti, quindi, dimostrano di essere inclini a interpretare il progetto come una storia che si dipana in uno specifico territorio, le cui caratteristiche concorrono ad arricchire l’architettura.
La varietà riguarda quest'anno anche il genere delle opere. Il Premio infatti ha intercettato un ventaglio di interventi molto vario: dalle abitazioni alle scuole, dai rifugi di montagna alle cantine vinicole, dagli edifici industriali ai centri espositivi fino agli spazi pubblici in ambienti storici e alle installazioni nel paesaggio. Emerge quindi uno spaccato articolato, complesso ed eterogeneo che documenta in manie-ra verticale come il valore dell’architettura stia diventando sempre più compreso, ambito e auspicato in ogni ambito della progettazione. Il concetto di qualità, quindi, si lega sempre più a quello di diffusione, sia in termini territoriali sia di genere.
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