19/05/2021 – Emilio Ambasz, considerato il padre, poeta e profeta della Green Architecture, sarà in mostra nella seconda tesa del Padiglione Italia alla 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, curato da Alessandro Melis.
Il Padiglione Italia proporrà idee, suggestioni, provocazioni e indagini frutto di anni di ricerca interdisciplinare sul tema urgente del cambiamento climatico e delle sfide connesse, in cui il contributo dell’architettura è considerato imprescindibile.
Alla luce di questa premesse Alessandro Melis ha scelto di dedicare uno spazio importante della mostra a Emilio Ambasz, padre, poeta e profeta della Green Architecture.
Emilio Ambasz afferma: “Ogni costruzione costituisce un’intrusione nel regno vegetale, ed è una sfida alla natura: dobbiamo concepire un'architettura che si erge come l'incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruzione, progettare edifici così intrinsecamente legati al paesaggio circostante che è impossibile che si disimpegnino l'uno dall'altro”.
Attraverso la multimedialità, il Padiglione intende rendere omaggio al maestro argentino proponendo filmati, cartelli, pannelli e, ancora, i plastici di due realizzazioni-icona della vastissima produzione di Ambasz, due opere che, a distanza di decenni, sono e saranno al centro del dibattito della poetica e della disciplina progettuale: la Casa de Retiro Espiritual – stupefacente e onirico richiamo alla nozione primordiale di casa -, e il Centro Acros di Fukuoka, uno degli edifici verdi più innovativi, spettacolari e conosciuti a livello internazionale le cui celebrazioni del 25° anno hanno fatto il giro del mondo a fine 2020.
“La presenza di Emilio Ambasz nel padiglione - spiega Melis – è indispensabile per almeno tre motivi: la sua ricerca pionieristica, l’attenzione all’architettura radicale e la portata internazionale delle sue visioni”.
Sono le sperimentazioni di Ambasz, secondo il curatore del Padiglione, ad aver ispirato un’architettura verde oggi osannata ma mai abbastanza grata al maestro. E, sempre secondo Melis, le sue “sono sperimentazioni non meno rifinite di quelle attuali: sono già opere complete e conclusive, hanno già elementi di contemporaneità. Non è un valore pionieristico, ma un valore assoluto”.
Il Padiglione dà ulteriore visibilità all’annuncio, da parte del MoMA di New York, dell’istituzione dell’‘Istituto di Ricerca Emilio Ambasz’ (EA/RI) per lo studio congiunto di una nuova architettura che riconcilierà la Natura con l’ambiente artificiale. Avrà sede nel Dipartimento di Architettura e Design del MoMA, e svilupperà e arricchirà ulteriormente il dibattito globale sulla urgente necessità di una ricalibrazione ecologica.
Ambasz continua la sua ricerca poetica in cui naturale e artificiale si fondono e confondono: “è un obbligo etico: dimostrare che è possibile un altro futuro. Affermare un diverso modello di vita per non perpetuare il presente […] La nozione occidentale delle creazioni dell'uomo come entità distinte e separate - in contrasto con la Natura - ha esaurito il suo capitale intellettuale ed etico”.
Tra le molte realizzazioni nel mondo, Emilio Ambasz ha progettato l’edificio della Fondazione Banca degli Occhi (VE) e l’Ospedale di Mestre, riconosciuto come il primo ‘giardino della salute’.
È stato nominato Commendatore ‘Stella al Merito della Repubblica italiana’ nel 2014
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