21/06/2021 - Il MAXXI, in occasione dei 150 anni dalla nascita di Giacomo Balla, lo celebra con l’apertura al pubblico, per la prima volta, della straordinaria casa futurista di via Oslavia a Roma in cui l'artista torinese, esponente di spicco del Futurismo italiano, visse e lavorò dal 1929 sino alla morte.
"Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente".
da “Ricostruzione futurista dell’universo”, 1915
In trent’anni Giacomo Balla (1871-1958) trasformò l’intera abitazione di famiglia in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti dipinte, di una miriade di mobili, arredamenti, utensili decorati, di numerosi quadri e sculture, di abiti da lui disegnati e di tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale.
Oltre all’apertura al pubblico della Casa romana, il progetto prevede un’importante mostra tematica ospitata nella spettacolare galleria 5 del MAXXI. Qui esposte opere inedite ideate e create per l’occasione che riflettono sulle numerose suggestioni di Casa Balla, opera d’arte totale, facendo emergere la profonda attualità di pensiero del poliedrico Maestro.
A indagare Casa Balla sono stati invitati artisti e creativi internazionali – Ila Bêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular e Cassina con Patricia Urquiola – le cui produzioni incontrano alcuni importanti prestiti di Giacomo Balla nello spazio della galleria.
Il progetto Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte, e Domitilla Dardi, Curatrice per il Design del MAXXI, si compone di due aperture. La prima, dello scorso 17 giugno, con la mostra al MAXXI, mentre la casa di via Oslavia sarà visitabile nei weekend a partire da venerdì 25 giugno. Casa Balla e la mostra al MAXXI saranno aperte fino al 21 novembre 2021.
La casa di via Oslavia
Dopo diversi anni in via Nicolò Porpora, in un antico edificio conventuale con affaccio sul verde di Villa Borghese, il Maestro si trasferì nell’appartamento di via Oslavia a Roma, con la moglie Elisa e le due figlie Luce ed Elica, anch’esse pittrici, che l’hanno abitata e custodita fino agli anni Novanta.
La casa è protetta da vincolo di tutela dal 2004. Nello stesso anno, è stata oggetto di un primo intervento di restauro mentre ulteriori lavori di messa in sicurezza sono stati realizzati nel 2018 dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma. Solo oggi, grazie a un lungo e attento lavoro di ricognizione, studio e messa in sicurezza dei beni curato dal MAXXI e dalla Soprintendenza Speciale di Roma, è stato possibile allestire la casa e renderla finalmente fruibile al pubblico restituendone l’anima di fucina creativa, con i lavori del Maestro e delle sue figlie.
Nella visita, la prima emozione arriva già di fronte al portone con la targhetta/firma FuturBalla, promessa di meraviglie e sorprese che si sveleranno immergendosi nella straordinaria casa-universo dell’artista: dal corridoio al soggiorno, dove sarà mostrata ai visitatori la versione italiana del docufilm Balla et le Futurisme di Jack Clemente, Leone d'oro nel 1972 alla Biennale del Cinema di Venezia, dal celebre Studiolo rosso alle stanze di Luce ed Elica, dalla cucina alla suggestiva stanza da bagno. Un appartamento anonimo e borghese che la famiglia Balla trasforma in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti e porte dipinte, mobili e arredi decorati, utensili autocostruiti, quadri e sculture, abiti disegnati e cuciti in casa e tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale.
Una casa piena di luce, colore e movimento che riflette le idee del manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’Universo firmato da Balla e Fortunato Depero nel 1915 ma che va persino oltre. Per Balla il dinamismo futurista si traduce in un continuo creare. E la sua casa diventa un’officina, una sorta di antica bottega rinascimentale dove oggetti di diverso genere da lui ideati e costruiti per l’uso nella vita quotidiana (tavolini, sedie, scaffali, cavalletti, piatti, piastrelle), poveri nei materiali ma ricchissimi nella vena creativa, convivono con quadri, disegni, sculture.
Alcune importanti opere lì conservate, tra cui disegni e bozzetti preparatori recentemente restaurati dalla Soprintendenza Speciale di Roma ed esposti in parte nella casa in parte al MAXXI, testimoniano le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, da un iniziale periodo figurativista a cavallo tra i due secoli all’estetica e ideologia futurista degli anni Dieci-Venti (come per esempio i 3 grandi pannelli de Le mani del popolo italiano) a un ritorno, infine, alla pura rappresentazione del reale nell’ultima parte della sua vita. Casa Balla raccoglie inoltre diverse opere pittoriche delle figlie Luce ed Elica.
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