Ph. © Simone Bossi
10/06/2021 - Lo studio MoDusArchitects, composto da Matteo Scagnol e Sandy Attia, firma il progetto del nuovo ingresso e dell’ampliamento del complesso museale dell’Abbazia agostiniana di Novacella.
Tre gli interventi distinti: demolizione, ristrutturazione e restauro che hanno visto la ricucitura delle strutture secondarie esistenti in un unico sistema di percorsi collegandolo all’ala seicentesca della Biblioteca Abbaziale.
Il progetto si confronta con l'eterogeneità delle diverse epoche architettoniche dell'Abbazia di Novacella con un approccio incisivo che orchestra abilmente lessico storico e contemporaneo in un insieme armonioso.
Fondata nel 1142 e situata nella conca coltivata a vigneti della Valle Isarco vicino a Bressanone (Bolzano), l'Abbazia non solo costituisce uno dei complessi architettonici più significativi dell'Alto Adige, ma si distingue anche come prominente Abbazia agostiniana del suo tempo. Come un piccolo villaggio autosufficiente, ogni edificio all'interno del complesso monastico ha svolto un ruolo specifico: le basiliche, le cappelle, i mulini, le botteghe, le cantine e le cascine rappresentavano un nucleo permanente, di cui solo una parte è stata adibita a museo.
"Il nostro ampliamento aiuta i visitatori a orientarsi negli spazi dell’Abbazia e si innesta con la sua storia stratificata, proponendo nuovi paradigmi e nuovi vocabolari grazie a un linguaggio architettonico rispettoso del passato ma aperto a nuove declinazioni del futuro — afferma Matteo Scagnol" co-fondatore con Sandy Attia di MoDusArchitects.
Dall'esterno, l’ampliamento si rivela solo dal ponte rivestito in rame annerito che emerge dai tetti di un gruppo di edifici di servizio ristrutturati e collegati al nucleo dell’Abbazia al livello superiore.
"Il primo edificio, un ex magazzino agrario, è stato liberato di un solaio trasformandolo nell'ampio spazio a doppia altezza, nuovo atrio d'ingresso del museo mantenendo in parte il piano rialzato quale sala espositiva. Il secondo edificio, invece, sostituisce il vecchio lavatoio con una maestosa scala affiancata dalla torre dell'ascensore, divenendo elemento di connessione aerea con l'antica ala del chiostro. La terza e ultima struttura è stata ristrutturata per ospitare al piano terra uno spazio dedicato a seminari ed eventi che si affaccia su un cortile esterno di nuova configurazione e al livello superiore, uno spazio per mostre temporanee e una sala per il coro", spiegano i progettisti.
Il nuovo atrio disegnato da MoDusArchitects accoglie la biglietteria, le vetrine espositive e i grandi lampadari dagli elaborati dettagli in rame, legno e vetro che creano nuovi dialoghi tra i prominenti aggetti del tetto in capriate lignee restaurato e l’intonaco grezzo.
Pareti in cemento bocciardato a vista, pavimenti in cemento spatolato e imponenti elementi in legno di castagno forniscono uno sfondo materico e tattile per una lettura sequenziale degli spazi che dal punto di partenza delle scale si riconnette all'atrio d'ingresso.
Gli elementi architettonici sono tenuti insieme in un equilibrio poetico di toni tenui e materiali naturali; un senso di serenità è infuso attraverso l'uso misurato di una tavolozza di elementi, in cui nuovo e antico si fondono grazie a incursioni discrete: dal parapetto della scala e le aperture, alla finitura di superfici verticali e orizzontali.
Il progetto si arricchisce dell'intervento artistico di Paul Renner le cui insolite interpretazioni dell'hortus sancti augustini sono in netto contrasto con la sobrietà degli interni dell’Abbazia.
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