22/06/2021 - È il progetto Balneolis e la nuova stagione felix, di S.B.Arch Studio Bargone Architetti Associati (capogruppo del team), il progetto vincitore di UrbaNAture, il concorso internazionale di idee, curato da Invitalia, per definire il nuovo assetto paesaggistico di tutta l’ex area Italsider di Bagnoli, compreso il grande parco urbano esteso per 120 ettari dei 250 totali.
I progetti premiati hanno tracciato alcuni scenari possibili, a partire dagli elementi chiave della nuova Bagnoli: sostenibilità ambientale ed economico-sociale, accessibilità e mobilità interna. Oltre a delineare le forme dei nuovi edifici, le proposte hanno definito il nuovo paesaggio dell’intera area integrando il grande parco urbano con le archeologie industriali e il nuovo waterfront.
Il primo classificato è un raggruppamento di 12 soggetti – tra studi di progettazione architettonica, urbana e paesaggistica, società di ingegneria e professionisti del settore – che operano in ambito nazionale e internazionale: S.B. Arch. Studio Bargone Architetti Associati (Mandataria), Neostudio Architetti Associati, Arch. Francesco Nigro, Nicola Spinetto Architectes Sarl, Espace Libre Sarl, Rosmani Project Srl, Studio Associato 4eingegneria, T.E.S.I. Engineering Srl, Agron. Luciano Mauro, Eco Geo Engineering Srl, Arch. Marina Mori, Arch. Daniele Salvo.
L’idea della trasformazione del Sito (cioè di una metamorfosi che rigenera l’intera area ex industriale, abusata ed inquinata per oltre un secolo) consiste nel ritorno all’ideale di “Campania FELIX”, declinato secondo una interpretazione contemporanea del suo genius loci, espressa attraverso l’esaltazione dei caratteri naturali, agricoli, cromatici, estetici e del benessere propri di questo lembo di Campania, che, come asserivano i Romani, era fertile ma anche “felice”.
Dalla collina di Posillipo (zona di riserva generale) scende e torna la natura che, arrivata in pianura si configura e si articola in tre diversi ambiti: il parco naturale, con il recupero della naturalità e di una rete ecologica che unisca il mare alla collina; il bosco produttivo, con il ritorno alle coltivazioni arboree di specie antiche e autoctone; il parco urbano più vicino e funzionale al quartiere residenziale e alle nuove costruzioni che qui si insedieranno. Tre campiture verdi che si integrano, anche attraverso le radure circolari, per valorizzare le archeologie industriali, ma anche un nuovo modello di termalismo.
Il secondo classificato, con il progetto “Argatella, l’arcolaio per tessere la città”, è un raggruppamento di 4 soggetti (2 studi di progettazione architettonica, urbana e paesaggistica, una società di ingegneria e un geologo la cui attività ha sede in Italia e all’estero: Main Management e Ingegneria Srl (Mandataria), Art & Build Architectes Selarl, Signes Sas, Fabrizio Pisani Massamormile.
“Argatella” in napoletano vuol dire arcolaio: come il lavoro dell’arcolaio, il progetto prevede un intervento delicato e preciso di ritessitura urbana. Lo strappo del declino industriale si ricuce valorizzando archeologia e paesaggio, tessendo legami. Assi visivi enfatizzati, griglia urbana reinterpretata, maglia industriale a collegare le macro-sculture territoriali: trama e ordito definiscono pieni e vuoti in armonia con il contesto. Il parco è filo conduttore. La vegetazione locale si protrae dalla collina di Posillipo, definisce ambienti a tema e spazi per la popolazione, tintura del tessuto. Un nuovo lembo di città impreziosito da un dettaglio d’eccezione: il mare. Celebrazione di passato e futuro, motore per l’economia, luogo privilegiato dove vivere. Un progetto sostenibile rivolto al futuro: la nuova trama permette uno sviluppo flessibile dell’ordito.
Terzo classificato, infine, è il raggruppamento costituito da: Rti Costituendo Francesco Cellini (Mandataria), Insula Architettura e Ingegneria Srl, Geosystem Studio Associato di Geologia e Progettazione.
Il progetto, a scala territoriale, riconfigura in maniera unitaria il paesaggio di Coroglio. Il conflitto fra la fabbrica e l’ambiente si compone per restituire l’area all’utilizzo dei cittadini di Napoli e dell’intera area metropolitana: una forma di risarcimento per i guasti di un secolo di inquinamento.
La storia industriale ha lasciato tracce profonde che non possono né devono essere del tutto cancellate. Le strutture della fabbrica non scompaiono con la bonifica. La fabbrica è una grande risorsa, da sfruttare con attenzione, per ingaggiare con le tracce dell'industria un gioco proficuo, di alto profilo ecologico, basato sul recupero attento di tutte le strutture persistenti, che ancora oggi possono guidare il restauro del paesaggio. Obiettivo principale è quello di ristabilire una struttura allo spazio fra le cose, che ne consenta una diversa interpretazione, per conservare la memoria della fabbrica e costruire un nuovo ambiente.
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