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L'Hotel Weisses Kreuz di Innsbruck: ‘Chic Shock Baroque’
Armonia cromatica e vivacità ricordano la storia dell'evoluzione architettonica dell’edificio
Autore: cecilia di marzo
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16/06/2021 - L’Altstadthotel Weisses Kreuz di Innsbruck, recentemente ristrutturato dallo studio altoatesino noa*, e` da sempre meta popolare di famosi viaggiatori e figure storiche, come Wolfgang Amadeus Mozart, che vi soggiorno` nel 1769 all’eta` di tredici anni.
 
Il solenne palazzo, risalente al 1460 circa, fa parte degli edifici dei quartieri storici di Innsbruck la cui architettura, caratterizzata da elementi costruttivi di diverse epoche, ha attraversato un costante processo di trasformazione.
Il Weisses Kreuz, frutto delle varie spinte innovative che hanno contraddistinto i diversi secoli, ha rappresentato per noa* un incarico insolito e particolarmente stimolante.
 
Si tratta di un edificio stretto, sviluppato in lunghezza verso l'interno, che si inserisce nel tessuto storico urbano con un porticato d’ingresso. Nel corso della riprogettazione, ai sei piani originali e` stato aggiunto un attico, risultato di un lavoro ricercato e professionale particolarmente attento alla tutela del patrimonio. Il nuovo attico segue una coreografia pensata sin nei minimi dettagli.
 
“Il viaggio nel tempo all’interno dell’hotel inizia già al pianterreno, dove, per raggiungere l’ascensore, bisogna percorrere un lungo corridoio, interrotto da due “paratie a specchio” pensate con una duplice funzione: da un lato l’ospite incontra se stesso, dall’altro le superfici riflettenti sui fianchi e sul soffitto dissolvono i confini della stanza e l’architettura si fa immateriale. Per il visitatore, l’ingresso diventa cosi` una sorta di varco in una nuova dimensione temporale. Con l’ascensore si raggiunge direttamente il nuovo sesto piano, dove e` situata la reception.
 
All’apertura delle porte, lo sguardo e` subito catturato dal grande elemento d'arredo che domina la lunga sala: un tavolo di 13 metri realizzato su misura in ottone con ornamenti barocchi. E` questo il fulcro di tutte le attività: accoglienza dei clienti, colazione a buffet, bar e affascinante luogo di incontro per la sera, aperto al pubblico.
 
Con le sue finestre a bovindo, nicchie di vetro e una vista mozzafiato, l’attico blu e` tutt’altro che “freddo”. Elementi presi dalle piu` diverse epoche stilistiche accompagnano gli ospiti in una dimensione quasi senza tempo. E` proprio qui che il motto del progetto – “Chic Shock Baroque” – esprime il suo lato più multiforme e curioso. Non c’e` spazio per il minimalismo o per il bianco: tutto, persino i dettagli tecnici, e` accuratamente coordinato in un’armonia cromatica. La vivacità si riflette in ogni elemento e ricorda la storia dell'evoluzione architettonica di questo edificio, ora protagonista di un nuovo capitolo.
 
Le stanze seguono un codice cromatico coerente: realizzata con un'unica tonalita`, la camera fa da cornice all’allestimento barocco e il colore diventa parte integrante del viaggio nel tempo che gli ospiti intraprendono all’interno della struttura.
 
Al secondo piano si trova la “Mozart Suite”: proprio quell’ampio rifugio dove il giovane Mozart ha trovato ai suoi tempi riposo, caratterizzata da un tripudio di rosso e oro ed elementi pomposi. In omaggio all’indole giocosa del famoso compositore, la stanza e` stata arricchita con un tavolo da biliardo, vera e propria attrazione della camera.
 
Ma le curiosita` dell’hotel non finiscono qui: il terzo piano custodisce la stanza piu` piccola in assoluto, ribattezzata “Il ripostiglio delle scope”, rimasta volutamente incompiuta. Con le sue pareti non intonacate, e` l’unico angolo “senza stile” della struttura, altrimenti meticolosamente progettata all’insegna dell’esclusivita`. Unica nota di colore: una racchetta da tennis autografata da un noto campione di Wimbledon.
 
Non sono solo le irregolarita` della geometria a ricordare il passare dei secoli: anche le pitture murali rinvenute durante le opere di restauro sono la testimonianza di molte storie, rimaste senza autore. Sebbene rinnovato nella concezione architettonica, l'Hotel Weisses Kreuz resta uno scrigno di sorprese e segreti”.

  Scheda progetto: Weisses Kreuz
Alex Filz
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