© Beatriz Arcari
30/07/2021 - Lo studio arcari cimini architettura firma l'ampliamento del Cimitero di Frisa, in provincia di Chieti.
Il cimitero è per eccellenza un recinto chiuso, separato dal mondo esterno. Il progetto, come suggerisce il nome 'Paesaggio del Ricordo' è un'occasione per ripensare al rapporto tra lo spazio sacro e noi stessi.
"In questi luoghi pensiamo ai nostri cari defunti, camminiamo in silenzio, percependo i minimi rumori e gli odori più sottili. Il progetto intende amplificare queste percezioni, creando spazi sobri e minimali, aperti verso il paesaggio e l'orizzonte", spiegano i progettisti.
Il nuovo ampliamento è concepito come un luogo protetto ma aperto concettualmente e percettivamente al mondo esterno, instaurando un rapporto diretto e contemplativo con vigneti e uliveti digradanti verso il mare.
Il progetto è un percorso. Un percorso fisico, che conduce il visitatore dallo spazio urbano e antropico verso il panorama, ma suggerisce anche un percorso spirituale in cui riflettere sul passaggio dalla vita terrena alla vita oltre la morte.
Il complesso si basa sulla creazione di un paesaggio artificiale, uno spazio architettonico formato da due fronti paralleli e contrapposti su un terreno pianeggiante a ridosso di una profonda valle.
Nel primo edificio a ovest, tramezzi in laterizio proteggono e disegnano ombre sul portico dei colombari. Tali tramezzi si piegano per celare le tombe alla vista della strada, creando anche un patio triangolare con fontana e stabilendo una tensione spaziale con il secondo edificio caratterizzato da uno sviluppo lineare.
Questo secondo blocco ha una tipologia completamente diversa, suddivisa in ambienti più piccoli alternati a cappelle e colombari. Le murature in mattoni avvolgono anche questo edificio, attraverso una reinterpretazione delle tipiche griglie dei fienili storici.
Lo spazio creato dai due fronti è concepito come un giardino liberamente colonizzato da piante locali, rafforzando la percezione di un paesaggio agricolo che attraversa simbolicamente il progetto. Al suolo è stato ricollocato un grande ulivo preesistente. A differenza del cipresso, l'olivo non è una tipica pianta cimiteriale, ma rafforza il rapporto tra il progetto e il suo contesto, essendo un fedele compagno delle genti che da millenni coltivano queste colline.
Lo spazio aperto è sospeso sul paesaggio. Un sistema di gradini consente la creazione di un belvedere e al tempo stesso elimina la necessità di un parapetto che limiterebbe la visuale sulla vallata. Il progetto è quindi aperto, ma allo stesso tempo rispetta le regole di chiusura e protezione del cimitero dall'esterno.
Un luogo culminante in una croce bianca, che si staglia contro l'azzurro del cielo e il verde dei vigneti. Questo elemento "misura" la profondità dello spazio e stabilisce un limite. Si tratta di un ricordo di una precedente croce metallica che era presente nel cimitero storico fino all'inizio del XX secolo e da allora è andata perduta.
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