08/07/2021 - Casa Garibaldi a Catania, la cui ristrutturazione è stata curata da Studio GUM, nasce dalla leggenda, tramandata nel tempo dalle diverse proprietà succedutesi dal Seicento a oggi, che narra di un Garibaldi rifugiato per qualche tempo, forse solo per una notte, nella soffitta segreta della casa.
La distribuzione complessa e labirintica della casa è il frutto di sovrapposizioni ormai consolidate, che permettono diverse letture: dai saloni affrescati dal sapore gattopardiano, passando alla camera da letto delle figlie simile a una soffitta parigina, fino alla monastica camera per gli ospiti.
Nella storia più recente è stata Camera del Commercio durante il ventennio fascista, scuola di danza fino agli anni Ottanta e, infine, residenza privata di una giovane coppia appassionata d’arte e di viaggi con due figlie.
L’abitazione si sviluppa su due livelli: il piano nobile con ampi saloni e alte volte decorate e un piano soppalcato, che accoglie la zona notte delle figlie e degli ospiti con i rispettivi servizi privati.
Il programma funzionale prevede un impianto distributivo circolare: dagli ambienti di rappresentanza che troviamo all’ingresso principale (e tra essi collegati), si accede a una stanza centrale interclusa tra le altre e priva di affacci esterni; cuore distributivo che conduce a tutti gli ambienti privati. Da questa stanza, una scala rivestita in lamiera di ferro conduce al piano soppalcato, da cui è possibile tornare nuovamente al piano inferiore tramite un’ulteriore scala posta nel salone d’ingresso.
La stanza centrale è stata pensata come un tutt’uno con la cucina, alla quale si collega tramite tre porte poste a separazione. Per entrambi gli ambienti è stato scelto un pavimento in resina di colore chiaro per una maggiore luminosità.
La cucina è stata ricavata dalla chiusura a vetri di un’ampia terrazza, che si affacciava sulla corte interna del palazzo e garantisce oggi un notevole apporto di luce anche alla stanza centrale. Un ascensore privato permette il diretto accesso alla cucina tramite un secondo ingresso.
La camera da letto padronale è collocata al piano terra in posizione defilata rispetto all’insieme; al suo interno, un vano per il bagno privato, interamente rivestito in pietra pece e un corridoio a imbuto che la collega internamente alla camera/cabina armadio, che a sua volta riporta alla stanza distributiva centrale.
Al piano superiore, la camera delle figlie con bagno privato è collegata a un piccolo disimpegno che conduce da una parte alla camera degli ospiti, anch’essa con bagno personale e dall’altra a un ampio soppalco che si affaccia sul salone d’ingresso, collegato a esso tramite una scala in ferro e legno. Quest’ultima s’inserisce nello spazio con rigore estetico e formale, in equilibrio con la preesistenza pur evidenziando l’intervento progettuale.
L’intervento è stato volto alla conservazione di tutti gli elementi che hanno costituito nel tempo l’apparato decorativo e architettonico dell’immobile, mantenendone un adeguato livello di restauro e senza rimuoverne la patina: così per le porte interne, con le rispettive scritte originali in ottone, gli scuri di tutti gli infissi esterni con le rispettive cornici e così pure per le pitture delle volte e per il grande lampadario circolare di legno del salone principale, dotato di un argano per una semplice pulizia e manutenzione.
Non ultimi, la passione e la cultura dei proprietari per il collezionismo d’arte e il modernariato, uniti alla creatività della padrona di casa nel realizzare i corpi illuminanti.
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