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Fondazione Prada, Milano, Cinema. Ph Delfino Sisto Legnani e Piercarlo Quecchia
05/07/2021 - Torna il cinema nella corte della Fondazione Prada di Milano che inaugura col programma curato da Luigi Alberto Cippini e dal titolo Multiple Canvases con una radicale trasformazione della sala.
Fino al 25 settembre infatti, a Largo Isarco 2 le pareti mobili dell'edificio Cinema verranno fatte slittare aprendo completamente la sala e creando un ambiente ibrido, una sala di proiezione caratterizzata da una costante osmosi visiva tra lo spazio interno, i cortili e le altre strutture del complesso architettonico concepito da Rem Koolhaas.
“Multiple Canvases” combina in un’unica rassegna le opere selezionate da quattro artisti diversi: Simon Fujiwara, Peter Fischli, Goshka Macuga e Betye Saar che contribuiscono con i loro progetti all’attività espositiva in corso nelle sedi di Milano e Venezia. Un nuovo format che reinventa “Soggettiva”, una delle sezioni che compone la sua programmazione abituale, in cui è possibile individuare una pluralità di riferimenti ideali e culturali impiegati dai quattro artisti nei progetti concepiti per Fondazione Prada.
Come spiega Luigi Alberto Cippini, il curatore dell’attività cinematografica della Fondazione, “il cinema può essere inteso come un progetto di sogno collettivo che collega soggettività e materiali visivi attraverso la profondità del singolo individuo e la forma dell’incontro sociale. ’Multiple Canvases’ ibrida le preferenze visive profondamente personali di quattro artisti internazionali testando la forma della screening list come una pratica di scrittura e un progetto collettivo.”
Dal 2 al 24 luglio, per tre sere a settimana, dal giovedì al sabato, alle ore 21.45, saranno proiettate cinque pellicole della serie “Multiple Canvases”: Orphée noir (1959) di Marcel Camus (selezionato da Betye Saar); Bara No Soretsu – Funeral Parade of Roses (1969) di Toshio Matsumoto e Nippon Sengoshi – Madamu Onboro No Seikatsu – History of Postwar Japan as Told by a Bar Hostess (1970) di Shohei Imamura (selezionati da Simon Fujiwara); Nostalgia de la luz (2016) di Patricio Guzmán e Sayat Nova / Nran Guyne – Il colore del melograno (1966) di Sergej Paradžanov (selezionati da Goshka Macuga).
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