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23/07/2021 - Alla Galleria Nazionale di Roma inaugura Cosmowomen. Places as Constellations, a cura dell’architetta Izaskun Chinchilla Moreno. La mostra si sviluppa attorno al concetto filosofico e spaziale di sfera e abita lo spazio del museo con un’installazione site-specific: tre strutture di grande formato ispirate alle sfere armillari usate anticamente per studiare la terra, il cosmo e le relazioni tra i corpi celesti.
Attraverso la ricca selezione di 71 progetti e 283 rendering e disegni, Cosmowomen. Places as Constellations presenta il lavoro di 65 architette, provenienti da oltre 20 Paesi, che hanno conseguito il master alla Bartlett School of Architecture di Londra negli ultimi dieci anni.
L'esposizione riflette sulla filosofia e la politica degli spazi abitativi, interrogando le diverse modalità di costruire spazi di riflessione e relazione. Ciascuna sfera è dedicata a un luogo di convivenza che ha avuto un ruolo importante nella costruzione della cultura comune delle donne, avendo rappresentato anche, in modi diversi, un luogo di segregazione o di esclusione.
Ordinate dallo spazio più intimo a quello pubblico e politico, le sfere rimandano al Gineceo, all’Onsen (bagno termale giapponese), al Parlamento. La sfera Gineceo riflette sui luoghi destinati a una nuova vita domestica, esaminando la casa come luogo delle relazioni di solidarietà e complicità, ma anche come strumento di controllo storicamente impiegato per mantenere nello spazio privato l’ordine sociale imposto nello spazio pubblico. La sfera Onsen si concentra sulla relazione intima e pubblica che gli esseri umani hanno con la natura e il paesaggio.
Tradizionalmente progettati in dialogo con la natura, gli onsen univano la conoscenza del proprio corpo a quella del paesaggio, precedendo la netta separazione imposta dai pregiudizi colonialisti. La sfera Parlamento analizza infine nuove possibilità per lo spazio pubblico, le istituzioni e la città. L’indagine parte dall’edificio che più rappresenta i concetti di convivenza e abitazione collettiva degli spazi e che tuttavia è stato al centro di una doppia segregazione delle donne: l’esclusione dal voto prima e la rappresentanza delle donne dalla politica poi.
Attorno a questi luoghi simbolici e attraverso numerose sotto-sfere, nuove generazioni di architette propongono modelli alternativi di relazionarsi con lo spazio, gli esseri umani e il pianeta, formulando riflessioni contemporanee circa le forme dell’abitare, il co-living e la collaborazione; un rinnovato rapporto con l’ambiente, l’economia e gli esseri umani basato sull’accettazione e l’apprezzamento della natura e dei corpi; sulle dinamiche alternative della vita pubblica e la necessità di adottare nuovi modelli e nuovi ruoli femminili per la società.
La mostra contestualizza dunque la produzione architettonica femminile portandola fuori dal solo mondo accademico e professionale, e mette in luce come la piena integrazione delle donne nel settore dell’architettura generi inedite relazioni fra i “luoghi di riflessione”, componendo nuove costellazioni. Le prospettive presenti in mostra sono frutto di sguardi e saperi eterogenei che spaziano dalla cultura classica, alla filosofia, antropologia, sociologia, letteratura e teatro, per arrivare fino alla biologia, anatomia, scienze naturali e nuove tecnologie.
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Ritratto di Izaskun Chinchilla Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab Cosmowomen_Installation View_Ph Monkeys Video Lab
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