26/08/2021 - Umamma è un loft panoramico a due piani in un edificio cinquecentesco nel centro storico di San Miniato (PI).
Il suo nome deriva da una tipica espressione toscana di stupore usata dal proprietario (nonché interior designer) Giovanni Settesoldi alla vista della struttura.
"Così fu la prima parola che dissi, vedendo quello spazio dopo aver varcato la soglia.
Chiudendo la porta lasciai fuori ogni rumore, mi affrettai alla finestra a vedere il panorama.
Dall'alto la valle del fiume Arno dominava la vista e sulle colline di fronte si poteva vedere la casa di Leonardo Da Vinci".
Il progetto ha previsto la trasformazione di due grandi spazi seminterrati e semi-ciechi, storicamente utilizzati come stalle per gli animali, poi come deposito di cibo e infine in un postribolo, in un unico spazio abitativo.
La scoperta in corso di realizzazione di spazi sottostanti di origine ancora più antica ha offerto l'opportunità di una reinterpretazione del modello di vita in tre chiavi di lettura:
-Il concetto di spazio completamente aperto e multifunzionale, capace di trascendere la destinazione residenziale e la suddivisione in spazi funzionali standard;
-Il contrasto tra la completa apertura degli spazi superiori e la scoperta delle stanze sottostanti - nascoste, imprevedibili, ora accessibili da una botola segreta;
-La riconciliazione degli usi antichi in chiave contemporanea: la trasformazione degli spazi sotterranei in un centro benessere privato con piscina e docce, nello spirito delle terme romane.
Il progetto si basa su un approccio apparentemente dissonante al restauro e al recupero: da un lato la volontà di ripristinare l'aura originaria ha portato alla completa demolizione di tutte le superfetazioni ottocentesche e novecentesche per ritrovare e restaurare strutture e manufatti autentici (archi, volte e muri a sacco di origine rinascimentale con spessori fino a 1. 20 m); dall’altro, allo stesso tempo, il progetto trasforma radicalmente il rapporto tra gli spazi e il paesaggio, aprendo gli ambienti alla luce e all'aria attraverso importanti interventi strutturali: la creazione di ampie aperture sulle pareti portanti interne e la finestra panoramica su tutta la facciata rivolta verso le colline fiorentine di Vinci e dintorni.
Con l'illuminazione e la ventilazione dei nuovi spazi, il risultato è la massima permeabilità agli elementi naturali e al paesaggio collinare toscano, la traspirabilità degli elementi costruttivi originali (cotto, calce, arenaria, tufo) e la grande flessibilità nell'uso e nella circolazione degli spazi interni.
Ciò che forse è più interessante, nel contesto della riconversione funzionale all'interno di un edificio storico, è la possibilità di esprimere la contemporaneità all'interno di un delicato intervento di recupero di strutture secolari: la dichiarazione della presenza del nostro tempo, la sterilità della conservazione per sé stessa, l'impossibilità di applicare gli standard abitativi tradizionali, il desiderio - bisogno - dovere? - di un continuo dialogo temporale.
Ed è forse questo desiderio che ha portato non tanto alla progettazione di un ambiente "finito" quanto alla progettazione della "possibilità di un ambiente" - un sistema capace di offrire infiniti usi e interpretazioni dello spazio nel nostro tempo, restituendo la resilienza dei materiali per nuove trasformazioni future.
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