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Un ex fienile diventa un rifugio tra le Alpi
Il progetto di ATOMAA ripristina la vecchia sagoma, consolida le murature e interviene riconfigurando gli interni
Autore: rossana vinci
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Ph. Alberto Strada Ph. Alberto Strada
24/09/2021 - All’estremo nord delle Alpi occidentali italiane, immersa nella natura più incontaminata di una delle ormai poche valli risparmiate dall’espansione del turismo di massa, Casa Cinsc è un ex fienile trasformato dallo studio milanese ATOMAA in un rifugio privato.

Il progetto ripristina la vecchia sagoma, consolida le murature e interviene riconfigurando gli ambienti interni. Da uno scambio di volumetrie, ne scaturisce un corpo aggiuntivo che arricchisce l’assetto originario e chiarisce spazi e funzioni.
Per farlo si è ricorso al ridisegno di uno spazio fulcro della casa, il luogo della convivialità, la cucina, ricavando una doppia altezza capace di restituire superficie utile per realizzare l’ampliamento. Si dilata così l’ambiente concedendo maggior agio e inondando lo spazio di luce naturale. Ingresso e soggiorno trovano quindi collocazione nel nuovo volume che, a ridosso della montagna, non poteva che voltarsi verso il paesaggio.

“I primi sopralluoghi hanno rivelato un rudere tipico della zona, usato principalmente per il ricovero del bestiame e del fieno stagionale. La struttura risultava piuttosto precaria, in fragile equilibrio, ma ha riservato scoperte inattese. Emergono, infatti, un ampio arco in pietra e un antico camino al piano terra lasciando immaginare che prima di essere usato come stalla, l’edificio avesse svolto la funzione di dimora. Inoltre, la presenza di una sorta di Tholos all’esterno, meno tipico nella zona, ha connotato maggiormente il complesso”, affermano gli architetti.

Casa Cinsc si presenta priva di ornamento, rigorosa e minimale nel linguaggio. Le trame delle murature tra vecchio e nuovo si intrecciano in un’unica maglia, ricostruita a mano, pietra dopo pietra. 
L’interno, attraverso l’uso di pochi ed essenziali materiali, mostra invece una ricchezza di volumi, livelli e proporzioni. 

“In un contesto fortemente caratterizzato dall’uso della pietra, abbiamo scelto di utilizzare il legno come materiale predominante per i pavimenti, le pareti, i soffitti e gli arredi principali. Il contrasto tra esterno e interno è evidente, fuori una scocca in pietra dura, fredda, mimetica con il paesaggio, dentro, invece, un ambiente intimo e caloroso, dove il legno è protagonista”, spiegano i progettisti.
Rimane così immutata l’immagine tradizionale, seguendo il rigore delle imposizioni normative, che trova il suo equilibrio con gli ambienti interni legati ad un immaginario che attinge invece all’architettura contemporanea alpina. 

Questo nucleo interamente in legno si inserisce all’interno del perimetro esistente ricalcandone la sagoma. È il principio dello “spazio nello spazio”, uno degli strumenti di ATOMAA per il riuso dei ruderi alpini. 
Si sovrappongono i livelli, l’esistente e il nuovo, si stratificano i materiali, la pietra con la sua massa termica e il pacchetto interno completo con la sua intelaiatura, l’isolante in fibre di legno e il rivestimento in multistrato di betulla. Si genera così il comfort domestico ambito rendendo abitabile il vecchio rudere. 
In una valle di larici, è proprio quest’ultimo la scelta privilegiata, ma ove possibile si riutilizza quello antico, recuperato dalla dismissione dei vecchi solai e dalle travi ammalorate del tetto per darne nuova funzione. 

Casa Cinsc si erge sopra la roccia, determinando in parte lo sviluppo della casa per la necessità di accomodare il terreno. Della stessa roccia sono fatte le murature esistenti e quelle nuove, una presenza importante che si svela intatta in alcuni ambienti della casa.
Dove non arriva né il legno né la pietra, ecco il cemento, usato in maniera puntuale, per la struttura, e dove è presente non si nasconde, ma dialoga apertamente con i materiali principali della casa. 

"Abbiamo optato per un riutilizzo quasi ossessivo dei materiali di spoglio del rudere esistente. Nuova vita, anche dove le condizioni delle strutture non ne consentivano il recupero: abbiamo riusato tutto! Le pietre delle porzioni murarie antiche, dismesse, sono state usate per ricostruire i muri nuovi, il legno del vecchio tetto per realizzare architravi di porte e finestre.
I muri di contenimento dei terrazzamenti sono stati realizzati con porzioni della roccia scavata, così anche il volume dell’ampliamento. Inoltre, le pavimentazioni esterne riusando le piode del vecchio tetto. Tutto questo grazie ad artigiani locali che conservano ancora l’abilità della costruzione tradizionale delle case in pietra"
, concludono gli architetti di ATOMAA. 

  Scheda progetto: Casa Cinsc
Alberto Strada
Vedi Scheda Progetto
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