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Casa per artisti, isola Comacina (Como), 1933-1940. (Foto di Filippo Romano, 2021)
08/10/2021 - Da oggi e fino al 21 novembre Triennale Milano ospita la mostra Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione, uno speciale percorso espositivo dedicato all'architetto Pietro Lingeri (1894-1968), a cura di Gabriele Neri e con progetto di allestimento di Onsitestudio, sviluppato nell’ambito di un lavoro di digitalizzazione e valorizzazione dei materiali dell’Archivio Pietro Lingeri, frutto di una collaborazione con l'archivio stesso.
Afferma il Presidente di Triennale Milano, Stefano Boeri: “Dedicare una mostra a Pietro Lingeri significa portare la dovuta attenzione su una figura chiave del mondo del progetto e, al contempo, proporne nuove letture e interpretazioni, coerentemente col percorso di promozione e valorizzazione dei grandi Maestri che Triennale Milano sta portando avanti da alcuni anni. Un altro elemento centrale della mostra è la proficua collaborazione con l’Archivio Pietro Lingeri. La nostra istituzione vuole così confermare il suo ruolo di collettore del patrimonio archivistico diffuso su tutto il territorio italiano con la volontà di porsi sempre più come un riferimento e un centro attivo e propositivo dedicato al design e all’architettura italiani”.
Elena Lingeri, responsabile dell'Archivio ha dichiarato: “Sono veramente contenta che le opere di mio nonno, tante volte premiate in Triennale, tornino nuovamente in Triennale nell'ambito del progetto di digitalizzazione, processo conoscitivo entusiasmante in grado di allargare la fruizione, le prospettive ed il valore culturale del corpus archivistico."
La mostra si propone di leggere l’opera di Lingeri – uno degli esponenti più significativi dell’architettura italiana del XX secolo, autore di alcuni dei progetti più rilevanti del razionalismo italiano negli anni trenta e di una lunga serie di opere nella Milano del dopoguerra – coniugando la prospettiva storica con una lettura attuale, capace di evidenziare le questioni che le sue architetture sollevano oggi.
Il percorso espositivo intreccia infatti due livelli interpretativi. Il primo – attraverso schizzi, disegni, fotografie, modelli, lettere e materiali originali spesso inediti provenienti dall’Archivio Pietro Lingeri e altre istituzioni – consente di ripercorrere l’opera dell’architetto facendone emergere il contesto storico, la ricerca compositiva e costruttiva, il rapporto tra modernità e tradizione, l'influenza sul disegno della città, il ruolo nel dibattito architettonico italiano, i riferimenti artistici e le molteplici collaborazioni progettuali, tra cui quelle con Giuseppe Terragni, Luigi Figini, Gino Pollini, Cesare Cattaneo, Piero Bottoni, Mario Sironi, Mario Radice. In concomitanza con le celebrazioni per l'anno dantesco, tra i materiali in mostra spiccano le tavole di progetto e il modello originale del Danteum, l'irrealizzato tempio per il sommo poeta previsto di fianco al Colosseo, ideato insieme a Terragni. In mostra, inoltre, un particolare rilievo è dato all’opera di Lingeri nel secondo dopoguerra, che sarà esposta al pubblico per la prima volta in maniera ampia e articolata, in modo da fornire una visione organica della sua intera parabola progettuale.
Il secondo livello interpretativo è invece composto da contributi eterogenei che osservano l'opera di Lingeri da una prospettiva aggiornata, facendo emergere la stratificazione che ogni architettura porta con sé. Tra questi contributi vi sono le opere fotografiche realizzate per la mostra da Filippo Romano e Mattia Balsamini, chiamati a rileggere rispettivamente gli edifici di Lingeri nel loro stato attuale e il modello del Danteum, che negli ultimi ottant’anni è stato raramente esposto al pubblico. Visioni artistiche come quelle di Lisa Borgiani evocano inediti modi di rielaborare l'eredità di Lingeri, mentre progetti di architetti contemporanei (tra cui Alessandro Scandurra-Scandurra Studio Architettura, David Chipperfield Architects, Herzog & de Meuron e Onsitestudio) fanno riflettere sul riuso dei suoi edifici e sull'attualità dei temi da lui esplorati.
L'accostamento di queste due prospettive punta così a mostrare ogni architettura non come un episodio isolato e dunque congelato nel passato, ma come la somma di un’incessante stratificazione di significati, attori, mezzi di rappresentazione, storie e interpretazioni, anche in conflitto tra loro, privilegiando un approccio diacronico che possa valorizzarne la complessità e stimolare domande sul presente e sul futuro di una Modernità con ormai molti decenni alle spalle.
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Scheda evento: |
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Casa per artisti, isola Comacina (Como), 1933-1940. (Foto di Filippo Romano, 2021) Ex sede dell’Associazione Motonautica Italiana Lario (AMILA), Bolvedro di Tremezzo (Como), 1927-1931. (Foto di Filippo Romano, 2021) Ex sede dell’Associazione Motonautica Italiana Lario (AMILA), Bolvedro di Tremezzo (Como), 1927-1931. (Foto di Filippo Romano, 2021) Casa Comolli Rustici, Milano, 1934-1938. (Foto di Filippo Romano, 2021) Casa Rustici, Milano, 1933-1936 (con G. Terragni). (Foto di Filippo Romano, 2021) Complesso polifunzionale in via Melchiorre Gioia, Milano, 1949-1951. (Foto di Filippo Romano, 2021) Sede dell’Associazione Motonautica Italiana Lario (AMILA), Bolvedro di Tremezzo (Como), 1927-1931. (APL Milano) Sede della finanziaria “La Centrale”, Milano, 1954-1957 (con P.G. Bosisio, U. Busca, G. Casalis, C. Maltini). (APL Milano) Casa multipiano INA-Casa al QT8, Milano, 1949-1951 (con L. Zuccoli). (APL Milano) © Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia © Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia
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