Dagli imbottiti ai tavoli, dalle lampade alle librerie. Pelli, tessuti e marmi preziosi dialogano con il metallo per dare forma a inediti progetti d’autore
Roberto Ghidini, CEO of Ghidini1961, portrayed in the company warehouse with Enrico Ghidini, Giuseppe Ghidini and Marco Ghidini
12/11/2021 - Cinque anni di attività e una storia di oltre 50 anni nella produzione artigianale di manufatti in metallo. Ghidini1961 nasce nel 2016 ereditando l’esperienza di tre generazioni e, sotto la direzione artistica di Stefano Giovannoni, rilegge il tema dell’ottone, core business del brand. Dagli accessori per la tavola agli imbottiti, dalle lampade alle librerie, il metallo dorato dialoga con pelli, tessuti e marmi preziosi dando forma a nuovi progetti d’autore dall'immagine forte e riconoscibile. Novità 2021, i nuovi sistemi di seduta d'ispirazione retrò e la famiglia di lampade firmata dall'artista e designer Johanna Grawunder.
“Ghidini1961 nasce dall’idea di coniugare l’esperienza e il know how dell’azienda madre nel mondo delle fusioni e del trattamento dei metalli con un team di designer internazionali”, racconta Giuseppe Ghidini, VP Sales & Marketing, in una intervista per Archiproducts. 'La ricerca di nuovi linguaggi progettuali dialoga così con la tradizione. Il risultato è una nuova identità, guidata da Stefano Giovannoni, nostro 'direttore d'orchestra''.
Il 2016 è l’anno del debutto per Ghidini 1961: in occasione del Fuorisalone, lo spazio Rossana Orlandi ospita una primissima collezione di 40 pezzi, composta da accessori per la casa e per la tavola, oltre a prodotti iconici, come lo specchio Kaleidos disegnato dai fratelli Campana o la lampada Giotto di Andrea Branzi.
Il 2019 segna un vero e proprio passaggio di scala per l’azienda: tavoli in legno massello e imbottiti dai tessuti preziosi inaugurano la prima vera incursione nel mondo dell’arredo. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di crescere in scala”, continua Giuseppe Ghidini. “In quest’ottica abbiamo iniziato a proporre la nostra idea di arredo, tra imbottiti e mobili contenitori, sedie, tavoli e librerie, coniugando il metallo con pelli, tessuti, marmi e legni pregiati. Un percorso ambizioso nato grazie e soprattutto alla figura di mio padre, Roberto Ghidini, CEO di Ghidini 1961”.Aldo Cibic, Fernando e Humberto Campana, Setsu & Shinobu Ito, Elisa Giovannoni, Paolo Rizzatto, Johanna Grawunder, Studio Job e Nika Zupanc. Questi solo alcuni nomi dei designer che hanno collaborato e collaborano con Ghidini1961. “Finora abbiamo avuto la fortuna di collaborare con sedici designer, personalità forti con linguaggi molto diversi tra loro”, aggiunge Giuseppe Ghidini, ”è stata un’esperienza che ci ha arricchito molto'.
'Ricerchiamo sempre un dialogo fluido, schietto tra il nostro reparto di sviluppo e i designer con cui collaboriamo. Far diventare realtà un'idea, un disegno, non è un processo banale. E’ quindi importantissimo che il dialogo sia il più continuo e costruttivo possibile, come è anche molto importante che i progettisti conoscano bene la nostra azienda, individuando i punti di forza e gli elementi distintivi della nostra produzione”.
Per la collezione 2021 il brand pone l’accento sugli imbottiti, presentando cinque famiglie di divani e sette diverse poltrone. Tra le novità, i nuovi elementi Portofinoe Opera rivisitano il tema del Chester con inedite modularità. Disegnato da Lorenza Bozzoli, si aggiunge al catalogo il divano Infinito, un sistema smart che permette di creare diverse combinazioni di sedute.
La collezione 2021 include anche i nuovi sistemi di sedute con struttura in metallo estruso. Tra questi le famiglie Dodo e Milo disegnate da Stefano Giovannoni. “Se nel Dodo il metallo è come una cornice, che accompagna la seduta profonda ed i pannelli perimetrali in velluto, nel Milo il metallo funge da sostegno con i suoi piedi e gli angolari in alluminio pressofuso mentre gli estrusi corrono sui quattro lati del divano”, spiega Ghidini.
I nuovi imbottiti si completano con le sedute Sweet e Bucket, disegnate da Elisa Giovannoni. Ispirata nei dettagli al mondo della moda, Bucket e Bucket Bergere rievocano la forma conica e regolare di un secchiello. Sweet, invece, sottrae materia a una forma sferoidale piena, come se un grande cucchiaio creasse una seduta all'interno di una torta lievitata scolpendone la presenza prominente.
Si aggiunge la nuova poltrona girevole Sipario di Lorenza Bozzoli. Lo schienale drappeggiato in Nabuk avvolge la morbida seduta come omaggio all’iconico drappo che chiude la scena in teatro.
Un altro elemento distintivo della nuova collezione è il nuovo grande tavolo da pranzo Native. Un oggetto quasi archetipo, essenziale e senza tempo.
Il 2021 vede anche l’esordio dell’artista e designer Johanna Grawunder nel team Ghidini1961. Dalla nuova collaborazione nasce Cancan la famiglia di lampade da tavolo, da terra e a sospensione circolare e lineare. Elementi luminosi multidirezionali, regolabili per la massima flessibilità.
'L’artigianalità della nostra alta manifattura è elemento caratterizzante in tutti questi prodotti. Inoltre, quest’anno abbiamo presentato dodici nuove finiture metalliche, fatte a mano internamente dai nostri artigiani: nuove nuance nei bronzi bruniti, il platino satinato e l’argento spazzolato, e molte altre ancora', aggiunge Giuseppe Ghidini.
Grande maestria artigianale ma anche tecnologia produttiva all'avanguardia. “La produzione della nostra azienda si è sempre basata su due pilastri”, continua Giuseppe. “Da un lato l’elemento umano, con l’attenzione verso l’artigianalità, che si esprime con il trasmettere il “saper fare” da una generazione ad un'altra, e internamente tra le persone che lavorano con noi. La Ghidini1961 è una realtà molto legata al suo territorio, abbiamo la fortuna di essere a Brescia, una terra specializzata nella metallurgia sin dall’epoca romana e questo sicuramente ci beneficia”.
“L’altro pilastro per noi imprescindibile è l’adozione di tecnologie all’avanguardia, che negli anni hanno portato importanti investimenti nel mondo dei software di modellazione, nel 3d printing per la modellistica, nelle macchine utensili e in stazioni robotizzate che caratterizzano i nostri processi interni. Il saper coniugare queste due anime è sempre stato uno dei nostri punti di forza, tipico delle realtà di eccellenza produttiva italiana”.
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