18/11/2021 - Le sette piramidi per la città del Cairo sono concepite dall’architetto italiano Adriano Marchisciana come sedi di centri culturali e accademici e pensate per la formazione delle nuove generazioni di studenti egiziani. Queste piramidi rappresentano dei privilegiati punti di osservazione e di riflessione del pensiero morale.
“L'enorme capitale egiziana, con i suoi quasi venti milioni di abitanti, è la metropoli più popolosa del continente africano. È una caotica distesa di case e cemento che sta fagocitando, a ritmi galoppanti, le tradizionali piantagioni di palme da dattero e gli antichi orti che una volta coloravano di verde le sponde del fiume Nilo” spiega l’architetto Marchisciana. “Il consumo del suolo agricolo egiziano sta cedendo il posto a grandi quartieri saturi di case, spesso privi di parchi e spazi urbani pubblici. L'aggrovigliato sistema urbanistico si estende per 37 chilometri, da Al Khankah fino alla piana di Giza, dove i sobborghi abusivi sono giunti ai piedi delle antiche piramidi. Il problema dei sobborghi spontanei che sorgono senza alcuna regola urbanistica, riguarda molte metropoli di Africa, Asia e Sud America, dove esistono città molto caotiche e fortemente inquinanti”.
Il progetto di Adriano Marchisciana intende “evidenziare la catastrofe urbana del Cairo, mostrandola come se fosse un’enorme istallazione artistica contemporanea.
Ogni cittadino potrà salire su queste avveniristiche piramidi, osservando la città da un nuovo punto di vista, quello della propria coscienza morale.
Le sette piramidi, attraverso le loro dimensioni monumentali, vogliono dialogare con le antiche piramidi dei faraoni. Questo progetto vuole criticare l'attività di consumo territoriale messo in campo dall'urbanistica contemporanea. Le nuove piramidi costituiscono una nuova città della cultura, posizionata al di sopra della città caotica, su un nuovo livello urbano.
L'idea di creare delle città parallele, sovrapposte a quelle esistenti, vuole essere una proposta per lo sviluppo di città del futuro più efficienti ed ecologiche, che dovranno essere di dimensioni più ridotte e sviluppate su livelli sovrapposti.
Queste sette piramidi sembrano enormi ragni d'acciaio, che con le loro altissime zampe esili, assediano la città, formando un sistema urbano autonomo posizionato sopra il cielo del Cairo. Ogni piramide sarà un centro di creazione culturale che dovrà diffondere nuove idee positive volte a rigenerare questa disordinata metropoli africana.
Le piramidi saranno identificate con i nomi degli antichi Dei egizi ed ospiteranno una scuola di Architettura e urbanistica, un istituto per il restauro del papiro, una National Library, una scuola dell'artigianato tradizionale, una facoltà di botanica ecc... Costituiranno un loop culturale in grado di formare le nuove generazioni professionali e dirigenziali cairote su principi di maggiore sostenibilità paesaggistica ed ambientale.
Tutte le piramidi saranno collegate da un treno su monorotaia, come una metro volante. Sotto ogni piramide ci sarà una stazione che permetterà di spostarsi su questo network culturale urbano. Grandi ascensori panoramici, e torri scale posizionate dentro i piloni, permetteranno il passaggio dalla città caotica alla città culturale.
Le terrazze delle piramidi avranno la funzione di grandi piazze panoramiche aperte sulla città, dove gli studenti e turisti potranno piacevolmente camminare e discutere come in moderne agorà sospese.
Le sette piramidi sono state pensate in posizione capovolta, con i vertici rivolti verso il basso, per indicare, in senso metaforico, l'idea di sovvertire lo sviluppo urbanistico incontrollato che sta distruggendo la natura e i suoi fragili sistemi ecologici”.
|