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© LuceAtelier
17/11/2021 - Entro il 2023 si aggiugerà un nuovo tassello al NOI Techpark, il parco scientifico e tecnologico dell'Alto Adige. Nell'area definita Lotto D2 sorgerà, entro il 2023, un nuovo edificio mixed-use firmato dallo studio di architettura altoatesino Busselli Scherer Architekten.
Il progetto si svilupperà su sei livelli comunicanti, interconnessi dalla luce naturale, nei quali troveranno spazio i laboratori di ricerca del Centro di Sperimentazione Laimburg, uffici modulabili destinati a imprese private, start up e all'Università delle Nazioni Unite, la Student Gastronomy riservata a studenti e personale accademico e un'ampia terrazza protetta sul tetto dell'edificio.
Sorto sull’area della Ex-Montacatini di Bolzano, l'imponente struttura del NOI Techpark è oggi un hub di innovazione scientifica oltre che teatro di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana portato a termine nel 2017.
La scelta progettuale di Busselli Scherer Architekten ruota attorno all'elemento naturale della luce sia in chiave “human centered” e quindi in relazione alla qualità abitativa dei singoli livelli dell'edificio, sia in chiave materica quale espressione, sulla facciata esterna, di un'unitarietà che all'interno si compone di diversi livelli e destinazioni d'uso. È la luce naturale sull'edificio e nell'edificio a sintetizzare il concetto stesso di Nature of Innovation – innovare seguendo le leggi della natura, provando a lavorare in modo sostenibile e flessibile, adattando le scelte nel rispetto dell'ambiente – di cui il NOI Techpark è promotore.
In continuità di scala con gli edifici attigui, il nuovo volume si caratterizza all'esterno per due facciate dinamiche che variano al variare della luce. Le facciate nord e sud del D2 sono rifinite verticalmente da profili metallici estrusi orientati che, al cambiare della luce solare, mutano nelle cromie.
Le facciate est e ovest, vincolate dal piano di attuazione, sono rifinite con pannelli in alluminio schiumato di colore nero. La forte verticalità e la colorazione dei profili bronzei completano il quadro d’insieme.
All'interno l'architettura ruota attorno a due patii trasparenti che incanalano la luce naturale e ospitano due giardini. Questi elementi attraversano l'intero edificio realizzando una connessione visiva tra i diversi livelli. L'idea progettuale punta a interconnettere le numerose funzioni che coabitano il D2 non solo attraverso scale e ascensori, ma anche attraverso la luminosità e la trasparenza degli ambienti. I concetti alla base della progettazione interna sono l'apertura visiva, l'interscambio conoscitivo, la natura intesa come elemento di vivibilità e ispirazione.
Approccio materico, semplicità e cura del dettaglio definiscono l'interior design pensato per l'edificio. Il progetto di interni mira a unire i diversi livelli e le molteplici funzioni attraverso un mood sensoriale preciso, applicato a percorsi e aree comuni. Alle singole funzioni si applicano scelte stilistiche fortemente diversificate al fine di garantire riconoscibilità alle numerose identità interne. Dai laboratori volutamente austeri con arredi tecnici e pavimenti in resina chiara, alla Student Gastronomy organizzata per lo spazio ristorazione in un layout geometrico e alternata ad aree lounge, con poltrone in tessuto e illuminazione d'atmosfera, per un caffè veloce in affaccio sul patio interno.
Sviluppata internamente allo studio, la progettazione con metodologia BIM si realizza in un processo partecipativo che integra i diversi aspetti realizzativi dell'edificio, dalla tecnologia alle strategie climatiche, dall'impiantistica alle facciate. L'ecosostenibilità energetica si esprime attraverso diverse scelte volte a minimizzare l'impatto ambientale del volume complessivo: il teleriscaldamento quale fonte termica, il fotovoltaico in copertura per l'approvvigionamento elettrico, la ventilazione meccanica ad elevato recupero termico, impianti frigoriferi ad alto rendimento, tecnologia radiante per il riscaldamento e il raffrescamento integrata a vele di attenuazione acustica.
In connessione diretta con il concetto impiantistico, il progetto di interior mantiene a vista l'arteria tecnologica dell'edificio generando un effetto industrial che amplifica i messaggi di rigenerazione industriale e hub dell'innovazione. Tale soluzione limita al contempo l'uso di materiali di rivestimento rendendo protagonista l'anima materica e funzionale del D2.
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