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12/11/2021 - Per Davide Macullo Architects, il punto di partenza del progetto per la Swissehouse XXXVI a Muttenz (Svizzera) è stato la situazione esistente e la sua valutazione.
Muttenz è un comune storico alle porte della città di Basilea, che dal punto di vista urbanistico si presenta come un'estensione della capitale.
La costruzione si presenta come un volume racchiuso da setti in calcestruzzo e il suo tetto spiovente si inserisce armoniosamente nel quadro generale del quartiere.
Da lontano, l’edificio potrebbe sembrare un'interpretazione dell'architettura tradizionale, ma avvicinandosi l'aspetto cambia e ci si trova di fronte a una composizione di setti di calcestruzzo la cui composizione regola i rapporti tra interno ed esterno.
Le aperture vetrate e i setti sono disposti in modo da orientare le viste dall’interno verso l’esterno in direzioni stabilite in funzione dei panorami più belli e più ampi, nel rispetto della privacy dei residenti e dei vicini.
Il progetto si inserisce nella ricerca svolta dallo studio, come ulteriore esercizio di interpretazione del contesto fisico e storico di un luogo.
L’inserimento armonioso dell’edificio nel contesto esistente è garantito dalla percezione delle forme tradizionali del nuovo volume.
Quando ci si avvicina e ci si trova tra le lastre di cemento, in un movimento dall’interno verso l’esterno e viceversa, la sensazione di un’esperienza nota apre la strada ad una nuova sensazione di esperienza inaspettata, come se ci si trovasse in una specie di paesaggio.
Ci si muove tra lame fluttuanti e radicate nel terreno che si uniscono invece di separarsi. Questi setti permettono e suggeriscono come l’uomo può orientarsi nel proprio ambiente, e ampliano la percezione degli spazi, attraverso una precisa manipolazione dei punti di vista.
Anche la doppia altezza del volume al piano terra è orientata in modo tale che la vista verso l’esterno incontri l’unica collina della regione e una torre medievale.
Il design interno dell’edificio è caratterizzato da una tripla altezza, in modo che dal soggiorno al piano terreno si possa percepire tutta l’altezza dell’edificio.
Si entra nella casa da un ingresso coperto e ci si trova in un atrio aperto sul soggiorno. Gli angoli di visione permettono di orientarsi immediatamente, mostrando tutti gli ambienti e il loro rapporto con l’esterno.
Il volume delle camere al primo piano, così come quelle al secondo piano, danno forma al vuoto nella tripla altezza.
Il prolungamento delle lame in calcestruzzo verso l’esterno, rispetto alle vetrate, dà un senso di ampiezza visiva, favorendo la percezione di spazi più grandi, anche e soprattutto nelle camere da letto con volumi più ridotti.
Il primo e il secondo piano mansardato ospitano le camere da letto, ciascuna dotata di terrazza esterna da cui si gode la vista su tutto il vicinato.
Conseguenza diretta del principio progettuale è stata la scelta del materiale da costruzione, in calcestruzzo lasciato a facciavista.
Si gioca così con la contrapposizione tra la pesantezza del materiale e il suo uso e i setti fluttuanti che apparentemente non hanno supporti.
In contrasto con la durezza dell’involucro esterno, l’ambiente interno risulta estremamente luminoso, caldo e accogliente.
Lo studio della volumetria, l’utilizzo dei materiali e dei colori negli interni fanno sì che le dimensioni relativamente ridotte dell’edificio vengano, invece, percepite come maggiori.
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