07/12/2021 - Leggerezza, luminosità e una vista sconfinata sulla natura circostante. Villa Aurora è stata concepita come una scatola in vetro immersa nella natura della costiera Romagnola. Il progetto, firmato da Nuovostudio in collaborazione con gli Architetti Pino Bova e Romina Carniato di ARP Studio, ha previsto il recupero e l’ampiamento di una palazzina di inizio secolo con una forte caratterizzazione di stile coloniale inserita all’interno di una pineta doveva diventare una villa che riflettesse lo stile e le esigenze della nuova committenza.
Ispirato alla celebre Farnswoth House, la “casa di vetro” di Mies van der Rohe, il progetto ha richiesto la realizzazione di vetrate di dimensioni particolarmente generose, con profili sottilissimi, che apportano agli ambienti una magnifica luminosità. La leggerezza di questa nuova struttura in metallo e vetro che, quasi “sospesa” da terra, sembra voler toccare il vicino mare, è il concept alla base dell’intervento.
"Il fabbricato originale è stato restaurato conservando fedelmente l’aspetto esterno e concentrando le modifiche sulla distribuzione e partizione degli spazi nei locali interni; l’ampliamento, invece, è stato pensato come un’addizione autonoma rispetto al corpo centrale dell’abitazione. Una riqualificazione della proprietà che ha coinvolto anche il parco: tolti gli arbusti di scarso valore, sono stati preservati gli alberi più antichi e importanti, come i pini e le querce", spiegano i progettisti.
Il progetto ha previsto una netta distinzione delle destinazioni d’uso degli spazi interni: il corpo principale dell’abitazione ospita i locali di servizio e la zona notte al primo piano; il nuovo padiglione, adibito a zona giorno, include il living e la cucina, per consentire un contatto diretto con il giardino.
In prossimità dello stesso la piscina, in perfetta armonia e contiguità con l’interno, diventa quasi un prolungamento del soggiorno. Aprendo le ampie vetrate, il giardino e il padiglione si trasformano in un unico, grande “salotto” a cielo aperto in cui il confine indoor/outdoor si fa estremamente labile.
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