Un viaggio nel tempo alla scoperta di un manifesto: da residenza a guest house, il restauro dell'iconica dimora 'Buchli' progettata nel 1968 da Fritz Haller
24/01/2022 - USM ha concluso la ristrutturazione di Buchli, la storica dimora della famiglia Scharer progettata nei lontani anni ’60 da Fritz Haller. L'edificio è stato trasformato in una vera e propria guest house, al fine di accogliere tutti gli ospiti dell'azienda e immergersi nel mondo colorato e razionale di USM. Pareti, sedie, e mobiletti dalle tinte vivaci, disposti ordinatamente nei vari spazi, sembrano ricordare agli osservatori che lo spirito originario dell’edificio è più vivo che mai.
Il percorso di Buchli inizia da lontano, dallo storico incontro avvenuto negli anni ’60 tra l’ingegnere Paul Scharer, titolare di USM, e l’architetto Fritz Haller, al quale sarebbe stata in seguito affidata la progettazione di una nuova sede dell’azienda e di diversi padiglioni destinati agli uffici di USM. Il nome “Buchli” deriva dalla località di Münsingen in cui sorge l’edificio residenziale, un pendio da cui è possibile ammirare la pianura dell’Aar e le Alpi, a poche centinaia di metri dalla sede di USM.
La storia del sodalizio tra Paul Scharer e Fritz Haller è anche la storia di una visione condivisa, potente e innovativa, capace di interpretare lo spirito del tempo per rivoluzionare l’architettura e dare vita a risultati eccezionali, come i tre sistemi di incorniciatura e il fortunatissimo sistema modulare USM Haller, ora parte integrante della collezione permanente del Museum of Modern Art of New York. È la stessa visione che aveva preso possesso della sede di Usm, degli uffici aziendali, e che oggi è stata riportata in vita grazie all’ambizioso piano di recupero di Buchli.
All’interno dell’edificio, anche al giorno d’oggi, si ha come l’impressione di vivere in un sistema, in quella visione che Fritz Haller seppe trasferire dal mondo dell’ufficio a quello della casa, anticipando così di più di mezzo secolo l’abitudine tutta moderna di lavorare da remoto, in smart working, in un ambiente molto simile a quello dell’ufficio. Il Buchli fu il primo edificio residenziale in cui venne impiegato il sistema di costruzione in acciaio USM Haller MINI, poi replicato solo in altri tre edifici in tutta la Svizzera.
Una delle caratteristiche più singolari del Buchli era il suo aspetto interno, la cui conformazione ruotava attorno all’eliminazione della divisione tra zona giorno e zona notte: le stanze non avevano porte, e non v’era traccia nemmeno di finestre apribili. L’elemento distintivo era rappresentato dalla struttura in acciaio formata da componenti modulari, che avrebbe consentito una sostanziale modifica della planimetria della casa in qualsiasi momento, specialmente grazie alla possibilità di spostare le pareti.
Paul Scharer e Fritz Haller condividevano anche un gusto personale per la moderna architettura industriale, per Le Corbusier e Mies Van der Roche, e fu anche per questo che il titolare di USM affidò all’architetto anche la progettazione della sua dimora personale, costruita a ridosso di una scarpata immersa nella natura. Buchli, in effetti, con i suoi pannelli in vetro e le finestre fisse, finì per rappresentare l’emblema di un cambiamento in atto, il simbolo di quella profonda trasformazione degli stili architettonici particolarmente evidente nel periodo del dopoguerra.
Prima della recente ristrutturazione, Buchli era stato impiegato come dimora residenziale e come sede di uffici, e negli ultimi vent’anni gli interventi di manutenzione si erano concentrati soltanto sulla tinteggiatura esterna. Il desiderio di riportarlo in vita, tuttavia, ha reso necessari interventi più massicci, questa volta anche all’interno, in modo tale da riparare alcuni importanti danni strutturali che minacciavano la sopravvivenza dell’intero edificio. Dopo l’intervento legato alla ristrutturazione, la destinazione d’uso è cambiata: l’edificio è infatti diventato un alloggio temporaneo per gli ospiti dell’azienda USM.
Il risultato della ristrutturazione del Buchli è un edificio rinato, fedele all’originale nella forma e nei materiali impiegati, e finalmente pronto per entrare in una nuova fase della sua lunga esistenza. Buchli diventa così un vero e proprio monumento, un emblema culturale, come se al suo interno si conservasse intatta la visione di Scharer e Haller in tutta la sua potenza.
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