Lo store di via Statuto ospita Rivelazioni, l'allestimento curato da Studio MILO in cui sarà possibile scoprire le collezioni Posy di Sara Moroni e Iglù di Oriano Favaretto
27/04/2022 - Le nuove lampade Masiero si presentano in occasione della Milano Design Week con uno speciale allestimento curato da Studio MILO. Lo store di Via Statuto 16 ospita il layout di “Rivelazioni”, un percorso che si snoda tra le novità del brand Made in Italy: Posy di Sara Moroni e Iglù di Oriano Favaretto, insieme ai long seller Horo di Pierre Gonalons e Sound di Giovanni Battista Gianola.
La spazialità della location è definita dalle tonalità chiare del bianco, avorio e tortora dei tendaggi ondulati, ovvero un morbido guscio dietro e dentro il quale si celano le lampade Masiero: sospensioni, lampade da terra, chandelier dai bagliori metallici.
Nella facciata esterna una serie di pannelli a bandiera di diverse altezze incorniciano le due vetrine, creando già dall’esterno una sorta di effetto sipario. Varcata la soglia un susseguirsi di strati tessili eterei e semitrasparenti portano il visitatore a scoprire le forme, i materiali, i dettagli di fattura delle lampade Masiero.
Onde morbide da attraversare una dopo l’altra, come la luce attraversa i volumi di trasparenze, camminando sul pavimento impreziosito da piccoli cristalli di luce, fino a raggiungere e toccare le nuove lampade Masiero, collocate su podi scultorei in cemento grezzo, posate come opere in una galleria d’arte contemporanea, da contemplare ma anche da accendere.
Novità 2022 in mostra nello spazio, le collezioni Posy di Sara Moroni e Iglù di Oriano Favaretto.
La collezione di lampade Posy della lighting e interior designer Sara Moroni è un omaggio al regno floreale. Posy presenta una struttura di elementi a barra in ottone con una finitura in galvanica spazzolata che sostengono uno o più paralumi sferici in vetro opalino.
Ispirata dalle forme del mondo naturale, la collezione riproduce la trasposizione formale e strutturale di gemme che si sviluppano, in modo irregolare, attorno ad uno stelo. L’astrazione delle gemme naturali le ha trasformate in poetiche bolle di vetro opale, dai diversi diametri, e lo stelo in una struttura organica in ottone che lega e sorregge il tutto. La struttura è un incrocio di barre più lunghe in ottone liscio e barre più corte con micro decorazione rigata millerighe.
La collezione si declina in un’ampia serie di tipologie, forme e dimensioni: sospensioni singole o multiple o a grappolo come nelle infiorescenze. L’accostamento di vetro soffiato e ottone è stato pensato per fare interagire attraverso la luce due materiali nobili quasi in antitesi tra loro: leggero, fragile, semi-trasparente il primo e materico, duttile, brillante il secondo.
L’originalità di Posy deriva anche dall’avere scomposto progettualmente i canoni compositivi della simmetria e delle corrispondenze degli elementi; sono stati volutamente ricercate asimmetria e scomposizione, quasi a richiamare il concetto di movimento, dinamicità e leggerezza.
Un gioco di pesi, volumi e geometrie dà vita alla nuova collezione di lampade Iglù disegnata da Oriano Favaretto, che, dopo Honicè e Ribbon, firma il terzo progetto per Masiero. Sfere di metallo sospese a mezz’aria, che diffondono la luce attraverso una rete metallica che protegge la luce stessa, trasformando la sfera in un vero e proprio gioiello luminoso.
La collezione Iglù si articola in tante armoniche configurazioni: chandelier declinati in 3 differenti misure (a 6, 12 o 18 luci) con globi luminosi che, rincorrendosi su anelli di metallo, orbitano intorno ad un fulcro centrale dotato di una luce led posizionata sulla base, volta a garantire un’illuminazione diretta sul piano. Composizioni di sospensioni su barre lineari, ideali per illuminare banconi, o cascate scenografiche su rosone circolare, piuttosto che lampade a parete, da tavolo o da terra, nonché lampade a soffitto disponibili in 3 differenti misure.
Lavorazioni e finiture differenti donano ad ogni sfera una sua peculiare densità: una metà piena e liscia con finitura bronzo patinato e una metà in maglia a rete di metallo verniciata in oro opaco che filtra i raggi di luce. La fonte è il led integrato nel nucleo di ogni sfera, che proietta sulle superfici trame regolari.
È proprio dalla calotta di rete intrecciata, che ricorda un’architettura inuit, che prende il nome la collezione.
La luce nell’installazione non può che giocare un ruolo primario: a partire dai video in vetrina, che trasmettono l’installazione su schermi TV retrò, anticipando cripticamente cosa avviene all’interno.
Nelle notti della Design Week, gli schermi continuano a trasmettere per chi nella settimana milanese del design non avrà occasione di entrare e scoprire in fondo allo spazio il selfie wall, dove, in un corridoio illuminato da 23 sospensioni Horo dorate, potrà scattare una foto souvenir della design week.
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