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06/07/2022 - Inaugurata ad inizio giugno in occasione del Fuorisalone e visitabile fino al 30 luglio 2022, Corraini Edizioni e Libreria 121+ presentano la mostra PLAYGROUNDING: 9 idee di parchi giochi, nata da un progetto di Domitilla Dardi.
“Il playground è una forma simbolica a tutti gli effetti, che ci porta al cuore antropologico delle nostre relazioni sociali, alla possibilità di imparare, ma anche di soffrire, di divertirci od ottunderci, di creare rapporti sani o di mettere in piazza nevrosi e desideri di rivalsa. Perché – si sa – il gioco è una cosa seria e quando giochiamo entriamo in contatto con una parte molto profonda della nostra natura”. Domitilla Dardi, Playgrounding.
Partire dal parco giochi per capire la società che ci circonda. Andare a ricercare storie, fotografie, progetti che raccontano di noi molto di più del solo gesto di creare uno spazio dedicato ai bambini. Parlare di playground significa raccontare storie di definizione dello spazio urbano, di creatività, di contestazione, di riflessione sulla cultura dell'infanzia. L'idea nasce da un progetto di Domitilla Dardi – storica e curatrice di design, Senior Curator per il design del MAXXI di Roma – iniziato sul web (che non è forse oggi uno dei parchi giochi più frequentati?) e trasformato insieme a Corraini in un libro (Playgrounding, Corraini Edizioni, 2022) e in una mostra che inaugurerà alla Libreria 121+ in occasione del Fuorisalone.
Il volume raccoglie immagini e foto d'autore – quelle dei fotografi Stefano Cerio e Fujio Kito, quelle degli archivi digitali delle principali biblioteche del mondo mondo, oltre che gli scatti di grandi autori sul tema delle giostre – e i progetti di artisti, designer e architetti che condividono la passione per la progettazione di parchi giochi. Paul Cox, matali crasset, Konstantin Grcic, Martí Guixé, Lemonot, Gianluca Malgeri e Arina Endo, Studio Ossidiana, Parasite 2.0 e Olimpia Zagnoli sono stati chiamati a immaginare la doppia pagina del libro come il piano del gioco, con la totale libertà di progettarla, vederla, disegnarla. A partire dal libro, i progetti – alcuni realizzati in tre dimensioni, altri riportati a parete – danno vita a una mostra che trasforma la Libreria 121+ in una grande rappresentazione delle diverse forme di playground.
Ma come vedono oggi questi architetti e designer il parco giochi? Paul Cox mette in scena l'invenzione delle storie, creando una quinta teatrale dove gli spettatori sono invitati a sperimentare seguendo la spontaneità della fantasia; matali crasset crea strutture che riproducono forme di alberi dove arrampicarsi e giocare liberamente; Konstantin Grcic immagina una casa che diventa playground come spazio per “imparare giocando”; Martí Guixé crea un percorso attraverso delle porte che aiutano a immaginare un cambiamento; Lemonot fa viaggiare i visitatori tra elementi che hanno la conformazione di possibili scenari architettonici da città utopica e fantascientifica; Gianluca Malgeri e Arina Endo guardano agli alberi come architetture naturali che richiamano i parchi avventura; Studio Ossidiana immagina una sorta di parco divertimenti “Fun Palace” galleggiante, su una piattaforma alla deriva in una grande palude; Parasite 2.0 regalano una magica guida per costruire un playground/nightclub casalingo; e infine Olimpia Zagnoli dà forma a due grandi sculture antropomorfe che rielaborano la tradizione degli antichi “parchi dei mostri” in chiave contemporanea.
Una mostra e un libro che guardano al passato quanto al futuro, con uno percorso attraverso le diverse trasformazioni del playground nella storia – e dunque anche le trasformazioni della società e della visione della cultura dell'infanzia – per raccontare la sua capacità di essere un luogo per tutti, “non solo bambini, ma anche adulti, aperto di giorno e di notte, senza limitazioni se non quella della nostra paura di metterci in gioco”.
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