T-yong Chung, Shining, 2022_ ph. Matteo Schiavoni
24/08/2022 - Dopo il successo delle prime due edizioni, quest’estate la rassegna Sentieri d’arte, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, espande il suo raggio d’azione dal Veneto alla Lombardia con due esposizioni: I giardini di Artemide, sulle Dolomiti Ampezzane e Polline, in Valle Intelvi sulle Prealpi lombarde.
Le due mostre nascono in differenti ambiti geografici, storici e naturalistici, ma sono accomunate dall’intento di realizzare percorsi artistici organici integrati al paesaggio e in grado di dialogare con le precise istanze culturali legate al territorio.
Il titolo della mostra I giardini di Artemide, rimanda alla guida letteraria per escursionisti Dolomiti cuore d’Europa (Hoepli, 2021), scritta dal poeta e scalatore Giovanni Cenacchi, dove descrive il sentiero di Pian de ra Spines come il “regno della dea Artemide” per la presenza di boschi e linee curve generate dal torrente Boite. L’allestimento delle opere di Margherita Morgantin, Italo Zuffi e T-yong Chung determina una modificazione, seppur lieve, all’interno dell’ambiente naturale, che trasforma una parte del sentiero in un “giardino” ideale: le opere possono essere lette nella propria valenza estetica e funzionale, oppure acquisire valore di “offerte” disinteressate alla natura, ma anche manifestarsi quali tangibili presenze del passaggio di Artemide. La tradizione classica insegna che non esiste una natura benevola o malevola: essa esercita la propria funzione indipendentemente dalla volontà umana, non può essere dominata e l’uomo deve adattarsi e accettare il proprio stato di transitorietà. Nella natura fluisce sempre una forza vitale, poiché il fine è l’affermazione della vita stessa: alla morte segue incessantemente la nascita (e viceversa). Non a caso Artemide è, al tempo stesso, protettrice degli animali selvatici e della caccia. Artemide attrae il visitatore nel proprio “giardino dolomitico” in Pian de ra Spines, spingendolo a “perdersi” e a inebriarsi del paesaggio in modo che possa percepire quella forza vitale, eterna, che i Greci proiettavano nell’ambiente, ai loro occhi realmente popolato da entità spirituali.
La mostra ha ottenuto il patrocinio del Comune di Cortina d'Ampezzo.
Il titolo della mostra Polline, fa riferimento a quel reciproco scambio che s’instaura tra le opere e il contesto naturale, attraverso una sostanza impalpabile, simile allo “spirito vitale” che i greci rintracciavano nella potenza del mondo naturale. Il senso dell’arte, come il polline, è rintracciabile in ciò che si manifesta in modo impercettibile e aereo, afferrabile solo grazie a un impulso di ispirazione estetica: arte come forma di “fecondazione” e di guarigione, che, tramite l’esercizio della sua pratica, determina una “dipendenza” in grado di porre l’esistenza al servizio di una volontà superiore.Le opere nascono ad hoc per una zona con alta vocazione al “transito”, che grazie alla presenza di forre e canaloni, pendii ripidi e scoscesi, ha favorito il contrabbando e ha visto, durante il secondo conflitto mondiale, transitare circa 20.000 persone dirette in Svizzera: ebrei, partigiani, dissidenti politici che fuggivano alle persecuzioni del regime nazifascista.
Polline rientra nelle iniziative del Progetto MARKS, realizzato a valere sul Programma di Cooperazione V-A Interreg Italia-Svizzera 2014/2020, progetto a cura di Regione Lombardia e Canton Ticino. La mostra è organizzata da Lanzo Intelvi 1868 S.r.l., in collaborazione con Comunità Montana Lario Intelvese, ERSAF, Fondazione Karl Schmid, Consorzio Forestale Lario Intelvese, Comune di Centro e Alta Valle Intelvi, Museo e Giardino Botanico Villa Carlotta, con il supporto di Associazione Cerchiostella.
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