03/11/2022 - Nasce la nuova serie di arredi Meraki diMedulum, una famiglia completa di cassettiere, madie, tavoli e paraventi firmata da AccardiBuccheri, CARA \ DAVIDE, Serena Confalonieri, DEBONADEMEO e Viviana Degrandi, a cui si affiancano i progetti ideati da frattinfrilli, NAESSI STUDIO, Filippo Protasoni, Matteo Vilardo e Marcello Marino.
Meraki è un termine mutuato da una civiltà antica, espressione massima della ricercatezza del pensiero e delle abilità della tecnica. Attraverso una sintesi perfetta di strutture e proporzioni, forme e colori, modi d’uso e funzionalità, la collezione celebra l’universo valoriale del brand, dando vita ad una serie di arredi di alta artigianalità, dalla natura composita e dal carattere evocativo, che svela complementi scenografici ed essenziali, dal segno contemporaneo.
Arcate - design AccardiBuccheri
La linea curva e quella retta, i pieni e i vuoti, la severità e la leggerezza. Rappresenta un dichiarato omaggio ad uno degli elementi architettonici essenziali - l’arco nella sua declinazione tipica delle costruzioni romaniche, presenti in diverse aree del Veneto così come in alcune isole minori della laguna - la serie di arredi Arcate, composta da settimanali, cassettiere e comodini; una famiglia di complementi dalla superficie vibrante e dalla vocazione fortemente architettonica ideata dallo studio milanese AccardiBuccheri – Mauro Accardi e Silvia Buccheri, progettisti architettonici, designer e direttori artistici del brand.
L’alternarsi costante di una serie di archi definisce così la geometria di Arcate: elementi in legno massello, sapientemente fresati con maestria manifatturiera, creano un sistema di gole e di maniglie che ne contraddistinguono la superficie, pur rimanendo apparentemente invisibili. L’utilizzo dell’essenza di noce europeo amplifica la natura scultorea di questi oggetti, enfatizzata dal particolare disegno delle maniglie, rivelatrici di una ulteriore, importante caratteristica: la presenza di ampi cassetti a sottolineare la vocazione, altamente funzionale della collezione.
Tapparella - design CARA \ DAVIDE
Prosegue l’indagine della relazione tra progettualità, alta artigianalità sartoriale e territorialità la serie di arredi Tapparella dello studio di progettazione milanese CARA \ DAVIDE, che approfondisce uno degli aspetti più caratteristici del paesaggio domestico veneziano: in una città affollata di case e assetata di spazi, le finestre con i loro scuri – persiane, veneziane o tapparelle - si aprono infinite su canali, calli e campielli, pronte a catturare bagliori di luce oppure a proteggersi da essi.
Il cabinet ideato da Cara Judd e Davide Gramatica rivela così una struttura particolarissima, dalla forte impronta grafica, che rimanda e al tempo stesso omaggia l’elemento domestico cui si ispira. Essenze lignee di natura differente si alternano seguendo un andamento verticale, delineando una struttura a blocchi dalle generose superfici curve. Ne emerge un complemento d’arredo scultoreo, dal carattere imponente e al tempo stesso lieve, grazie al raffinato segno grafico e alla delicata alternanza cromatica che lo contraddistinguono.
Parvati - Uma - design Serena Confalonieri
Parvati, la dea benevola del pantheon induista, simbolo di amore, devozione e fertilità. È la tradizione mitologica indiana - con il suo universo affascinante di divinità creatrici e ordinatrici del cosmo - la musa ispiratrice della collezione Parvati, serie di complementi d’arredo ideata dalla designer milanese Serena Confalonieri.
La collezione - declinata in tre varianti differenti: il cabinet Nanda, la madia Uma e il mobile contenitore Aparna - emerge per l’utilizzo di legni dalle nuances decise e vivaci, da cui emergono evidenti le venature della materia, e per la presenza di texture vibranti e multicolor che rimandano alla cultura psichedelica degli anni ’60: nel corso di quel periodo, numerosi artisti viaggiarono attraverso le regioni indiane e si immersero in questa cultura sfaccettata e multiforme, mixandola poi con quella occidentale per dare vita a capolavori della musica e dell’arte.
La natura composita di Parvati identifica inoltre la dea quale consorte di Shiva e simbolo di devozione coniugale: ancora oggi, le donne indiane le rendono omaggio indossando al naso preziosi anelli d’oro, monili dal forte valore simbolico. Traendo ispirazione proprio da questo aspetto, la collezione proposta dal brand rivela quindi un ulteriore tratto comune, la presenza di una maniglia gioiello in ottone.
Astro - design DEBONADEMEO
Un arredo ibrido che vuole adempiere alla funzione di mobile contenitore e al tempo stesso fungere da elemento scultoreo, oggetto custode di sogni e desideri. Funzionale e decorativo allo stesso tempo, Astro – progettato dallo studio di design veneto DEBONADEMEO - testimonia l’altissima abilità manifatturiera ed ebanistica di MEDULUM, applicata in questo caso alla realizzazione di uno scrigno per l’arredo contemporaneo.
L’esile struttura in metallo, concepita come un piedistallo di memoria museale, fa da supporto a un volume essenziale che esalta l’estetica naturale del legno di cui è composto. Il ritmo geometrico degli spicchi a raggiera nasconde il perimetro delle ante, che consentono al mobile di aprirsi svelando al suo interno un vano contenitivo organizzato attraverso ripiani metallici. La forma stessa delle ante, che presentano una strombatura verso il centro, dona un effetto dinamico alla composizione, quasi anamorfica a seconda dei punti di osservazione.
In questa collezione il duo di designer Luca De Bona e Dario De Meo prosegue il tema della ricerca dell’effetto ottico ricavato attraverso l’intarsio ligneo, indagato in una serie di arredi precedentemente sviluppati per il brand veneto.
Acquabella - design Viviana Degrandi
Opere di ingegneria idraulica imponenti e sofisticate, gli acquedotti romani sono stati definiti come la più alta manifestazione della grandezza di Roma: Acquabella, il progetto della designer milanese Viviana Degrandi per MEDULUM, ne riprende la struttura ad archi trasformandola nel dettaglio chiave di un tavolo dalle forme essenziali.
Ogni gamba, composta da due parallelepipedi a sezione triangolare, si separa in due archi in prossimità del piano, andando a delineare una struttura ad arcate che abbraccia con leggerezza il perimetro della parte superiore del tavolo. Cardine estetico e costruttivo del progetto, questa suddivisione genera un inaspettato intarsio visivo tra pieni e vuoti - ulteriormente sottolineato dagli spessori ricurvi e smussati degli elementi portanti e del piano di appoggio - in grado di imprimere ritmo, dinamismo e leggerezza al complemento d’arredo nel suo insieme. Le venature del materiale ligneo, sottolineate dalla finitura monocromatica, amplificano infine l’aspetto materico del tavolo e la suggestione architettonica dell’oggetto stesso, essenziale e al tempo stesso iconico.
Acquabella è un progetto d’arredo che nasce da una lunga indagine della designer sul tema delle acque, con i suoi significati multiformi e i forti richiami simbolici al mondo delle emozioni e dello scorrere del tempo.
TURNO - design frattinifrilli
Al pari del paesaggio lagunare, nelle sue infinite sfumature di riflessi luminosi, di bagliori e cangianti cromie, il tavolo progettato da frattinifrilli – il progettista meneghino Davide Frattini Frilli – si rivela un complemento d’arredo dall’identità inconfondibile, che esprime al tempo stesso molteplici sfaccettature identitarie.
In TURNO un piano d’appoggio dalla personalità importante – massiccio e al tempo stesso lieve, del tutto simile ad un solido volume scultoreo, al contempo ingentilito dalle forme lievemente stondate - alloggia quattro elementi da appoggio a base semicircolare, altrettanto compatti e decisi nella loro plastica linearità. Le diverse componenti dell’arredo esprimono, nel loro insieme, un meccanismo ingegnoso e sorprendente: le gambe, ruotando su loro stesse e posizionandosi in modalità differente in relazione al piano, giungono infatti a definire molteplici configurazioni differenti.
TURNO è un tavolo che diventa infiniti tavoli: racchiude in sé il concetto stesso di personalizzazione e progettualità su misura, e pone al centro l’interazione con lo spazio e la relazione con chi lo sceglie per il proprio paesaggio domestico.
Variazioni - design NAESSI STUDIO
Una collezione di tavoli caratterizzati da forme archetipiche, proporzioni imponenti e un gioco di intarsi lieve ed essenziale, che ne anima in modo inatteso l’intera superficie del piano. In VARIAZIONI, il complemento d’arredo progettato per il brand da NAESSI STUDIO – il duo di designer romani Eleonora Carbone e Alessandro D’Angeli - tarsie circolari si sovrappongono e si rincorrono lungo l’intera circonferenza del piano d’appoggio, sostenuto da una base a sua volta circolare, posta al centro del tavolo.
Gli intarsi tono su tono, generati da intagli della stessa essenza, celebrano la versatilità estetica del legno, materiale nobile e naturale per eccellenza: ogni porzione di fibra lignea, ruotata di pochi gradi rispetto all’orientamento base, assorbe la luce e la restituisce con vibrazioni cromatiche, effetti di profondità e segni geometrici inaspettati. Il cambiare del punto di vista porta con sé il mutare della superficie del tavolo, in un risultato estetico dal carattere ritmico e sorprendente. Un dinamismo visivo particolarissimo, testimone della forte expertise manifatturiera del brand, che rispecchia la funzione dinamica dell’oggetto stesso, pensato per riunire le persone e suggerire connessioni e scambi di idee.
VARIAZIONI nasce dal desiderio dei progettisti di esaltare in primo luogo l’estetica cangiante della materia lignea; proprio come l’acqua della laguna, che improvvisamente prende vita e ci sorprende attraverso mutazioni cromatiche e riflessi inaspettati.
MILLA - design Filippo Protasoni
In MILLA - la madia progettata per MEDULUM dal designer meneghino Filippo Protasoni - un semplice nastro in tessuto naturale si trasforma in decoro e dipana il suo intreccio - al tempo stesso netto e geometrico, tattile e materico – lungo le ante frontali dell’arredo, dalle superfici levigate in noce canaletto.
Un fare delicato ripropone il gesto dell’intreccio inteso nella sua forma primordiale, con i fili intersecati sul telaio uno ad uno, manualmente, con gli spazi che piano piano si riempiono fino a farsi superficie, Il contrasto materico nel dialogo tra il materiale tessile e quello ligneo appare enfatizzato dalla presenza di esili punti d’appoggio in ottone: elementi strutturali dalla linearità raffinata ed essenziale, emergono come bagliori di luce, scintille di riflessione. Come una spilla puntata su un abito.
Al pari di una trama sapientemente intrecciata, di un abito sartoriale creato su misura, in MILLA il nastro si pone al centro del progetto: ne definisce gli spazi e li interpreta, ne diventa la voce narrante. L’idea prende forma e diventa architettura; non è solo stoffa, è un pensiero.
Gengè - design Matteo Vilardo e Marcello Marino
Una collezione di non-specchi che vuole portare l’osservatore ad indagare – in una modalità contemporanea e al tempo stesso scevra da ogni forma di virtualità – il tema antico della propria identità e del suo doppio; utilizzando la maschera come forma, lo specchio come strumento e un diaframma in legno come espediente ottico.
Grazie ad un particolare gioco di punti di vista, chi si trova davanti a Gengè – il complemento d’arredo ideato dai designer Matteo Vilardo e Marcello Marino per MEDULUM - può scrutare la sua immagine solo cercando la giusta angolazione, mentre chi osserva dall’esterno continuerà a vedere soltanto la maschera disegnata dall’oggetto. Una collezione di non specchi – al tempo stesso particolarissima, altamente scenografica eppure essenziale – che induce a riflettere sul tema dell’identità all’interno della società contemporanea, spronando l’osservatore a non fermare la propria ricerca alle maschere che si sovrappongono tra noi e la realtà. In questo modo viene così reinterpretato attraverso gli strumenti del design l’antico e importante tema del doppio: ciò che siamo davvero e ciò che gli altri vedono di noi.
Omaggio dichiarato dei progettisti allo scrittore Pirandello e al protagonista del romanzo Uno, nessuno e centomila, Gengè rappresenta indirettamente anche un tributo alle proprie comuni origini siciliane.
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