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29/11/2022 - "Aperto, verde e permeabile". È questa la sintesi del progetto del Masterplan Bovisa-Goccia di Renzo Piano, presentato venerdì scorso a Milano dall’architetto genovese.
L’intervento interessa una superficie territoriale complessiva di 32 ettari, di proprietà del Comune di Milano (23,4 ettari) e del Politecnico di Milano (9.1 ettari) che amplia così il proprio campus con la realizzazione di un parco scientifico/polo dell’innovazione con aree dedicate a servizi per gli studenti, per le imprese e per la cittadinanza.
L’inizio dei lavori è previsto per la fine del 2023 e il completamento nel 2026.
Questo grande progetto integra e completa quello del Politecnico per l’area dei gasometri e punta a ricucire la Goccia alla città e alla regione attraverso interventi sulla mobilità.
L’intervento prevede la realizzazione di venti nuovi edifici di 4 piani, di 16 metri di altezza, per un totale di circa 105.000 mq, a cui si aggiungeranno le Scuole Civiche, connessi da viali alberati pedonali in un mix di funzioni che ne faranno un quartiere vivo. Un grande asse ciclopedonale a sud, tra gasometri e il campus Lambruschini, unirà le 2 stazioni, Bovisa e Villapizzone, che saranno rinnovate ed interconnesse all’intero Campus.
Accanto alle aule e ai laboratori del Politecnico, troveranno spazio le residenze per gli studenti, e un’area dedicata alle startup, in linea con i più alti standard internazionali di connessione tra il mondo dell’università e le aziende: 35.000 mq destinati all’innovazione deep tech e alle sfide del digitale e della sostenibilità. Il tutto all’insegna di un campus accessibile, aperto alla città e allo scambio di idee e di funzioni.
Gli edifici sorgeranno su una fascia di terreno individuata tra i gasometri e la grande centrale termica, esempio di archeologia industriale e limite invalicabile oltre al quale verrà preservato il bosco di 24 ettari, valorizzato e aperto ai cittadini. Gli edifici copriranno la stessa superficie di terreno già occupata dalla fabbrica. Si tratterà di “fabbriche bianche”, luoghi del sapere e della conoscenza, nel rispetto della tradizione e della storia.
Il progetto, che punta alla indipendenza energetica e all’azzeramento delle emissioni di CO2, prevede la costruzione di 3 edifici per aule, 5 edifici per startup, una sala ipogea per conferenze, 2 residenze universitarie da circa 500 posti alloggio oltre alla riqualificazione di un edificio industriale storico per il food and beverage a servizio degli ospiti del Campus.
Grandi alberi andranno a insinuarsi tra i nuovi volumi creando il tessuto connettivo. Il livello a terra degli edifici del campus sarà totalmente trasparente in modo da permettere alle persone di vivere una esperienza immersiva nella natura.
Spiega Renzo Piano:
L’essenza di questo progetto era già scritta in quel luogo.
L’idea era già lì che non aspettava altro.
Intanto il bosco con quegli alberi maestosi.
Poi le tracce della fabbrica sul terreno, quegli antichi edifici a testimoniare la memoria dei luoghi e il loro DNA.
Gli shed, i gasometri, tutto invaso e avvolto in una natura rigogliosa che aveva preso il sopravvento.
Questo è quello che abbiamo trovato: il TOPOS.
Quello che noi abbiamo portato è l’idea di un Campus universitario aperto e accessibile, dove Aule e Laboratori del Politecnico si ritrovano fianco a fianco con le Residenze degli studenti, le Scuole Civiche di Milano, i Laboratori di Ricerca e le StartUp.
Un Campus aperto in tutti i sensi: al bosco, alla città e al naturale proseguimento della scuola, cioè alla vita attiva.
E non poteva che essere un progetto energicamente indipendente e ad emissione zero di CO2.
È stata una fabbrica, e una fabbrica resta.
Una fabbrica di idee, piena di luce e immersa nel verde.
Sono 20 nuovi edifici di 4 piani, di 16 metri di altezza, la stessa degli alberi che pianteremo, per un totale di circa 105.000 mq (a cui si aggiungeranno le Scuole Civiche), connessi tra di loro in un mix di funzioni che ne fanno un quartiere vivo a tutte le ore del giorno.
Questi edifici coprono la stessa superficie di terreno che era già occupata dalla fabbrica, anzi meno.
Il bosco resta nella sua integrità, sono 24 ettari senza nessuna strada o volume costruito.
Il trasporto pubblico è assicurato dalle 2 stazioni, Bovisa e Villapizzone, che saranno rinnovate ed interconnesse all’intero Campus.
Questo progetto rappresenta per me il modello di come la rigenerazione urbana debba connettersi al trasporto pubblico, aprirsi ai quartieri, rispettare le preesistenze storiche, assicurare un mix vitale di funzioni.
A questo si aggiunge la poesia del bosco e degli alberi che andranno a insinuarsi tra i nuovi edifici e a creare il tessuto connettivo.
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