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Foto Stefano Tacchinardi
03/01/2023 - Porta la firma di Studio Capitanio Architetti il nuovo centro direzionale delle Trafilerie Mazzoleni, industria storica produttrice di fili di acciaio e prodotti metallurgici posta nel cuore di Bergamo con più di un secolo di attività.
Il progetto è realizzato completamente a secco ed è caratterizzato da una forma essenziale, ritmata sia da un’alternanza di tonalità chiare e scure che da una trama mutevole alla direzione del sole.
Il nuovo edificio, ricostruito sul sedime originale del comparto, fornisce nuovi uffici amministrativi al vasto compendio industriale inserendosi in un processo di rigenerazione dell’intero ambito cittadino avviato con la riqualificazione del vicino Gewiss Stadium.
Il progetto architettonico reinterpreta la sagoma del preesistente magazzino dismesso, caratterizzato da una singolare giacitura stretta e allungata, e diviene rinnovato margine della proprietà verso la nuova piazza posta ai piedi dello stadio. L’area industriale, sorta nei primi anni del ‘900, era storicamente chiusa da una cortina edilizia che ne costituiva recinto e impediva il dialogo con l’espansione della città che nel frattempo l’ha inglobata.
Il progetto, nella sua evoluzione preserva la sua la sua identità a confine e contemporaneamente ricerca un nuovo dialogo con la dimensione pubblica della città attraverso il suo arretramento rispetto alla via principale di accesso con la creazione di un piccolo spazio urbano.
L’edificio è un volume essenziale privo degli sporti di gronda, archetipo contemporaneo della "fabbrica" e allo stesso tempo dinamico grazie ad una pelle esterna in costante movimento. Trame di bottoni la cui ombra mutevole esprime l'energia laboriosa dell'intero complesso manifatturiero.
Sviluppato su due livelli e composto da due unità immobiliari di 500 mq, è stato progettato con sistemi di prefabbricazione in modo da ridurre i tempi di esecuzione ad otto mesi complessivi. La struttura è realizzata in carpenteria metallica con un telaio regolare che influenza l’orditura delle facciate mentre la copertura si sviluppa con un sistema a cassette di acciaio prefabbricate utilizzate per la prima volta in Italia.
L’alternanza di pannelli prefabbricati in cemento armato bianco texturizzato e i serramenti bruniti donano alla facciata un ruolo principale nella composizione del volume. I pannelli sono stati ingegnerizzati mediante l’impiego di matrici customizzate. L’alternanza di superfici lisce con finitura acidata a superfici bugnate diventano protagoniste in funzione della posizione del sole.
I serramenti, portati in evidenza da sottili imbotti, si alternano ai pannelli di facciata e sono completati da rivestimenti in lamiera grecata brunita che aiutano a compensare i dislivelli interni del solaio intermedio e della copertura.
L’ingresso principale dell’edificio presso la facciata corta è completamente vetrato, protetto da un foglio piegato in lamiera stirata brunita che segue la sagoma del prospetto e riprende matericamente gli inserti delle facciate longitudinali. Un serramento continuo a tutta altezza rende l’ingresso permeabile alla vista conferendogli la connotazione di portale.
Gli interni destinati ad ufficio hanno un carattere essenziale; la struttura e gli impianti sono stati volutamente lasciati a vista caratterizzando lo spazio ad uffici da un sapore industriale e accogliente.
L'impatto cromatico si fonda sull'alternanza del colore bianco della finitura con quello scuro di pavimenti e dei serramenti mentre si impone la caratterizzante scalinata in ferro di colore verde.
Un edificio industriale compatto e ricercato che ricuce il dialogo con la città.
“Questo progetto ha voluto favorire la relazione tra la più grande industria produttiva ancora presente in un’area centrale di Bergamo nei confronti del suo intorno” spiega l’arch. Remo Capitanio. “Il ruolo dell’industria all’interno della città ha subito notevoli trasformazioni negli ultimi cent’anni. Da condizione favorita e promossa nell’immediato dopoguerra è stata poi allontanata per tornare oggi nuovamente nella agenda politica con l’intento di valorizzare ciò che resta e spingere nuove realtà industriali a fare ritorno”.
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