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Atipografia presenta "La forma delle parole"
Ad Arzignano (VC) la mostra personale dell’artista Stefano Mario Zatti
Autore: cecilia di marzo
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Mundus, 2022. Photo Courtesy Luca Peruzzi Mundus, 2022. Photo Courtesy Luca Peruzzi
09/01/2023 - L’associazione culturale e galleria d'arte contemporanea Atipografia di Arzignano (Vicenza) ospiterà, dal 21 gennaio al 26 febbraio 2023, la mostra La forma delle parole, personale dell’artista veneto Stefano Mario Zatti, a cura di Robert Philips e Matilde Nuzzo.
 
La mostra esplora parte del percorso artistico di Stefano Mario Zatti proponendo nuove e diverse chiavi di lettura della sua opera. Da artista di grande potenza rappresentativa, Zatti approfondisce ogni componente della sua interiorità, restituendone una forma visibile e superando la banalità della sola rappresentazione fattuale della percezione quotidiana per spingersi oltre le barriere del concettuale e facendosi interprete cosciente, con assoluta integrità e sincerità, di quegli schemi reconditi che stanno alla base di ogni rappresentazione artistica.
 
Il concetto di base che sta al fondo di questa mostra è nato dal confronto tra le varie sensibilità delle persone che accompagnano l’artista nel suo percorso. Discutendo e analizzando il lavoro di Zatti nelle sue diverse declinazioni, in cui spesso la parola scritta è motivo sigla del suo rappresentare, ci si è accorti che al fondo di ogni opera esisteva un narrato, una sorta di bolla latente, che esprime con la scrittura ogni aspetto delle sue opere. Questa forma di enciclopedia personale, di abaco dell’inconscio, contenuta nei suoi libretti fittamente scritti al limite dell’indecifrabile, rappresenta uno strumento di rappresentazione del verosimile, una sorta di illusione consapevole legata com’è, indissolubilmente, alle suggestioni quotidiane dei concetti che stanno alla base dell’elaborazione del piacere estetico del lavoro dell’artista.

Le sue parole sono ombre che occupano piccoli ritagli all’interno di uno spazio assoluto collocati in contesti volutamente silenti e, a tratti, inquieti e oscuri. Non ritratti o fisionomie isolate nel grigiore di una tela, ma parole o gesti artistici a cui guardare con la consapevolezza delle azioni evocate, piccole tessere che divengono emblemi di un oggetto relazionale, in un processo che non è più soltanto dramma personale, ma viene generalizzato, filtrato dalla distanza fisica ed emotiva dove il paesaggio della rappresentazione viene circoscritto e, apparentemente, soffocato dentro il perimetro delle opere.

Le opere esposte saranno accompagnate da uno scritto che racconta, in forma poetica ma anche critica, le complesse interazioni che portano alla genesi delle opere dell’artista, mostrando frammenti di memorie che riaffiorano, luoghi dimenticati, ricordi lontani che sono restituiti al lettore come metafore di un percorso difficilmente raccontabile con altri mezzi. Scritto pensato e redatto in forma di colloquio a più voci tra l’artista, Elena Dal Molin e i curatori dell’esposizione.
 
Stefano Mario Zatti (Padova 1983), indaga i temi del silenzio, del tempo e del sogno. Le sue opere nascono dallo studio delle tradizioni spirituali dell’uomo: dallo sciamanesimo alla liturgia egizia, dallo gnosticismo all’alchimia.
Ogni lavoro è un abisso in cui ci si perde, un abisso solo a tratti chiuso in sé stesso e che apre, in realtà, a un mondo religioso fatto di polvere, luoghi e magia.
Non esiste in Zatti un approccio puramente formale: la costruzione del linguaggio la si ha su un piano diverso, in un approccio concettuale, caldo e mediterraneo, propenso più a creare ponti ed analogie tra mondi e linguaggi differenti che a chiudersi in un'unica disciplina, in un unico alfabeto.
L'artista ci accompagna in questo processo dall'ombra alla luce e dalla luce all'ombra in totale naturalezza, scoprendo semplificazioni e complessità imperfette.
È nell' intimità personale che i lavori dell'artista trovano origine, per giungere in modo inatteso ad una verità oggettiva, ad una radice necessaria, ad un senso di umanità delle cose raro e prezioso, ad un paesaggio ritrovato.

  Scheda evento:
Mostra:
21/01-26/02 ATIPOGRAFIA, ARZIGNANO (VC)
La forma delle parole



99 nomi, 2019. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Apocalisse di Adamo, 2021. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Meditazione sulla Trinita` V, 2021. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Sindone di Lamen, ottobre 2015 - giugno 2016. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Ruota di Preghiera, 2022. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Libro della vita, 2021. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Perla, 2022. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Autoritratto, 2005. Photo Courtesy Luca Peruzzi


Sangue del mio sangue, 2019. Photo Courtesy Luca Peruzzi



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