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Fotografie di Francesco degli innocenti - Studio Fotografico FDI
20/02/2023 - Prende il via il restauro dei mosaici duecenteschi che rivestono la cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze, simbolo della città e capolavoro di architettura romanica.
Grazie ad un imponente e innovativo cantiere di restauro, per la prima volta sarà possibile ammirare da vicino i mosaici della cupola, fonte di ispirazione per la rappresentazione dell’Inferno nella Divina Commedia di Dante. L'intervento di restauro durerà in totale 6 anni.
I mosaici realizzati su disegni preparatori di artisti quali Cimabue e Coppo di Marcovaldo, che ai lati della grandiosa scena del Giudizio finale narrano su quattro registri le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista.
Un’esperienza unica che sarà possibile vivere solo durante gli anni del restauro. Le visite avranno inizio dal prossimo 24 febbraio 2023, prenotandosi sul sito dell’Opera.
Dopo oltre 100 anni dall’ultimo restauro del 1898-1907, gli oltre 1.000 mq di mosaici - realizzati con 10 milioni di tessere policrome della grandezza che varia da 5 a 20 mm per lato - saranno oggetto di un intervento che intende recuperare la stabilità strutturale e la loro adesione alla volta, arrestare i fenomeni di degrado e riportare alla luce lo splendore del fondo oro e i vividi colori delle tessere vitree.
Verso il 1225, secondo la data iscritta nella scarsella del Battistero, i lavori presero avvio, probabilmente ricorrendo a mosaicisti venuti da fuori e a fornaci già attive altrove. Ma ben presto gli artisti fiorentini seppero conquistare piena autonomia, e a fine secolo gli oltre mille metri quadrati della cupola si erano ammantati della scintillante veste musiva. Più generazioni di artisti si succedettero sui ponteggi per creare una spettacolare antologia dell’arte, pittorica e musiva insieme, della quale fa parte anche la volta della scarsella, i cui mosaici furono realizzati mentre ancora si lavorava a quelli della cupola. Una volta ultimata questa colossale impresa, si volle estenderli anche alle zone parietali, dove in origine non erano previsti.
Per poter restaurare la volta musiva del Battistero di Firenze, è stato necessario progettare e realizzare un cantiere tecnologicamente innovativo in grado di rendere accessibile l’intera superficie musiva della volta (oltre 1.000 mq) e allo stesso tempo che avesse il minimo impatto visivo a terra, lasciando così visibili ai visitatori le pareti e la scarsella magnificamente decorate con marmi e mosaici, il cui restauro è terminato a luglio dell’anno scorso. Dopo un lungo periodo di gestazione, la soluzione individuata è stata quella di realizzare un ponteggio a forma di fungo (altezza 31,50 m e diametro 25,50) che si sviluppa su una superficie di 618 mq calpestabili nella parte alta, a fronte di una superficie occupata a terra di soli 63 mq. Il ponteggio, costruito con 8.150 elementi, utilizza delle travi in alluminio di ultima generazione (Layher Flex), che passando attraverso le aperture quadrangolari che si affacciano sul piano attico del Battistero, permettono di distribuire uniformemente i carichi sulla struttura portante del monumento.
Il restauro della cupola mosaicata del Battistero di Firenze, che da oltre un secolo nessuno ha potuto esaminare e studiare da vicino, potrà avvalersi dell’esperienza maturata nel precedente restauro delle pareti interne del Battistero e delle informazioni acquisite sui passati restauri e in particolare quello del 1898 - 1907 eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure. Si ipotizza, sulla base della relazione finale di quest’ultimo, che l’intervento dovrà affrontare una situazione che presenta: una superficie di 344 mq di mosaico antico, allettato su malta originale, probabilmente in fase di distacco; 567 mq di superfici di mosaico staccate e riallettate su malta cementizia dall’Opificio; 128 mq di superfici cadute e trattate a intonaco decorato nell’intervento del 1820 - 1823 e poi rifatte a mosaico nell’ultimo restauro.
Il cantiere e l’intervento di restauro sono commissionati e finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con l’Arcidiocesi di Firenze, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le province di Prato e Pistoia. Il cantiere è un progetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore con Tecno System Appalti e Layher S.p.A. mentre l’intervento è stato affidato al Centro di Conservazione Archeologica che tra i tanti capolavori a mosaico restaurati, vanta quelli celeberrimi del Monastero di Santa Caterina sul monte Sinai. L’Opera a partire dal 2014 ha restaurato prima l’esterno del monumento e poi le parti interne con mosaici, finanziando i lavori con 4 milioni e 600 mila. Altrettanti li investirà per il restauro dei mosaici della cupola, per un totale di 10 milioni di euro.
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